Introduzione alla pratica di zhan zhuang
di Alessandro Zerilli
Zhan Zhuang è una pratica antica, le cui origini si perdono nel tempo.
Letteralmente Zhan Zhuang significa ‘stare in piedi’.
Questo sistema di allenamento ha dei risvolti meditativi e di forte correlazione con la salute.
Tutte le culture e discipline orientali che hanno influenzato lo Zhan Zhuang hanno apportato dei contributi, delle novità e dei miglioramenti in questa pratica. Quello che dobbiamo ricordare sempre, però, è che alla base di questa pratica c’è la meditazione e la sua correlazione al nostro stato di salute mentale e fisica. La meditazione aiuta a liberare la mente dai pensieri e dallo stress indotto da fattori sia esterni che interni. Stare in piedi fermi con le braccia semi alzate è una posizione caratteristica di molte culture ed antiche religioni presenti nel mondo. Analizziamo, quindi, il suo aspetto meditativo che racchiude i principi del buddismo Chan. Rilassare la mente, far fluire i pensieri senza fermarli, immergersi nella pratica, sono concetti di derivazione buddista e sono di enorme valore per la riuscita della meditazione in piedi. Tramite la meditazione, si evolve il modo di percepire le sensazioni che ci arrivano. Praticare, quindi, migliora l’omeostasi (il raggiungimento della stabilità) del nostro microcosmo e riporta la coscienza a uno stato neutro e di equilibrio.
Esecuzione
Zhan Zhuang eseguito in piedi fa si che tutto il nostro sistema posturale sia attivo.
La Medicina Tradizionale Cinese (M.T.C.) dà molta importanza allo stare in piedi, camminare e muoversi in maniera corretta. In effetti, per praticare bene e avere risultati è molto importante eseguire la tecnica con una impostazione corretta e precisa. Secondo la M.T.C. affinché il Qi (Energia) scorra fluido nel corpo, lo Shin (Morfologia del movimento) deve essere corretto. Questo porta ad aumentare la nostra resistenza mentale e fisica, favorendo anche un discreto sviluppo delle difese immunitarie. Possiamo dire che Zhan Zhuang ci protegge da tutto ciò che è negativo per noi.
La prima cosa da fare è rilassare la mente senza dare attenzione ai pensieri. Molti paragonano la mente a una scimmia dispettosa o a un cavallo al galoppo, dando un’immagine di continuo movimento e perenne agitazione, mentre la mente ha bisogno di staticità per riposare. Nella staticità il livello di stress viene abbassato e ci permette di trovare un nuovo equilibrio. Quando si pratica Zhan Zhuang, sin dai primi minuti, si hanno sensazioni contrastanti: da una parte c’è la volontà di procedere oltre e immergersi nella posizione assunta, dall’altra la fatica della posizione statica.
Questa battaglia interiore si può vincere con la calma e il rilassamento mentale che governa anche quello fisico. Mettersi su un piano puramente di resistenza fisica vuol dire creare rigidità e non andare avanti nel percorso meditativo. A tal proposito, camminare, allungare e rilassare il fisico prima di meditare, può agevolare il nostro compito. Pretendere di fare una buona pratica in momenti di fretta o in fasi di eccessiva stanchezza non dà buoni frutti. Trovare momenti di calma e luoghi silenziosi, invece, agevola la buona riuscita di Zhan Zhuang. La mente, tramite la vista e l’udito, non deve distrarsi, pertanto gli occhi devono essere socchiusi, fissi in un punto davanti a noi, con l’intenzione di non percepire stimoli visivi.
Posizione iniziale
Il movimento inizia con una apertura che si esegue aprendo la gamba sinistra, portandola alla larghezza delle spalle, con il peso bilanciato su entrambe le gambe.
Posizione apertura
Poi la schiena si allunga in direzione del Ba Hui (Vertice del cranio) mentre le scapole e le braccia vanno avanti, successivamente la schiena si rilassa con il peso che scende sulle anche mentre le braccia tornano in direzione del torace chiudendosi a cerchio. La distensione e il ritorno del corpo sono sincroni all’espansione e al raccoglimento della mente.
Movimento di allungamento
Alla fine del movimento di allungamento la pratica ha inizio. Entrare bene e precisi nella statica di Zhan Zhuang è fondamentale. La MTC dà molta importanza allo Yi (intenzione) così come alla meditazione. La postura e la tensione muscolare sono influenzate momento per momento dal nostro stato mentale. La sensazione di piacere e benessere si alterna a quelle di tensione e agitazione. Questo meccanismo a ‘ondate’ è caratteristico della pratica.
Nel momento in cui arriva il bisogno di muoversi dobbiamo ‘resistere mentalmente’. Subito dopo arriva una sensazione di rilassamento e la mente è in grado di continuare a condurre la meditazione. Anche l’intensità degli stimoli alterni di piacere/tensione, varia. Il cervello, dopo un adeguato allenamento, è in grado di assaporare meglio le sensazioni di piacere percepite e di sopportare di più gli stimoli dolorosi, tant’è che il praticante poco esperto ha una frequenza di queste ondate di calma/agitazione molto alta, mentre il praticante esperto ha una frequenza ridotta e la meditazione risulta continua e profonda.
Inoltre, le tensioni muscolari e articolari si possono attenuare con piccoli e impercettibili movimenti di gambe, schiena e spalle, attraverso i quali la postura viene ‘resettata’.
La respirazione ha un ruolo importante; deve essere naturale e profonda senza blocchi o apnee. È connessa alla nostra mente e funge da catalizzatore in grado di riequilibrare le tensioni. Se la respirazione è fluida, profonda e silenziosa anche la mente tende a uno stato meditativo più profondo. Esiste un feed-back diretto tra mente e respirazione. Per fare un esempio pratico, possiamo immaginare che se arriva una tensione o un dolore alle spalle o alla schiena, concentrandosi sulla respirazione abbinata a dei piccoli movimenti, si può superare il momento di crisi e andare avanti con la pratica. L’irrequietezza e l’ansia rendono la respirazione superficiale e frequente per questo il diaframma non lavora bene ed il torace rimane rigido, determinando l’incapacità di rilassare il tronco ed il cingolo scapolo-omerale. La zona diaframmatica è un meccanismo dinamico complesso che permette il giusto fluire delle informazioni che dall’interno vanno verso l’esterno e viceversa. Se la mente riesce a governare questa dinamicità, si innesca il processo che collega la parte interna fluida e organica con quella esterna. La mente conduce la meditazione e la sua capacità di rilassamento determina una respirazione tranquilla e naturale; la posizione così facendo rimane morbida e confortevole.
All’inizio è consigliato mantenere la posizione per pochi minuti per aumentare gradualmente il tempo della meditazione Zhan Zhuang.
Posizione Zhan Zhuang