I misteri dei giardini di Villa d'Este
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I misteri dei giardini di Villa d’Este

Territorio da scoprire

di Roberto Giagnoli

La fantastica maestosità del Giardino di Villa d’Este, con i suoi “teatri delle acque”, con le fontane “musicali”, come la Fontana della Civetta che, grazie a ingegnosi meccanismi, produce il cinguettio degli uccelli, interrotto all’apparire di una civetta, o la Fontana dell’Organo, che
emette il suono musicale dello strumento, per non parlare delle fontane dotate di scherzi d’acqua, che sorprendono gli spettatori con improvvisi getti, stupisce il visitatore trasportandolo nell’epoca in cui fu concepita, da Pirro Ligorio per il Cardinale Ippolito II d’Este, tale straordinaria scenografia.


Chi erano i personaggi che passeggiando in questi viali si sedevano all’ombra dei maestosi cipressi, chinandosi verso uno specchio d’acqua sfiorandola con le mani, osservando l’immagine riflessa del proprio volto? Nobili, abituati agli sfarzi della vita di corte, raffinati intellettuali, artisti contesi da prestigiosi committenti, figli tutti di un’epoca di grande fermento intellettuale, il Rinascimento, che dona un grandissimo impulso, esplorando nuove vie di pensiero, gettando una nuova luce sul modo di rappresentare la natura.


Bramante, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello danno la loro impronta a una nuova visione. Dal Classicismo si riprende il concetto basilare della bellezza come armonia, una bellezza che, in realtà rispecchia la tendenza conservatrice di una classe sociale che intende consolidare il proprio predominio e autocelebrarsi.

In un crogiolo ribollente in cui si recupera la classicità per superarla, si accoglie la lezione dei maestri per valicarne i confini e si apre la strada a tutti i movimenti successivi, dal Barocco, fino all’arte contemporanea.

Mentre in Europa si svolge il dramma delle pestilenze e delle guerre, delle contese politiche e degli scismi religiosi, il pensiero filosofico si evolve: per Leonardo è lo studio spasmodico di una natura misteriosa e oscura, per Michelangelo è la tragica tensione dell’individuo di fronte a Dio, per molti manieristi è tormento esistenziale.

L’arte cinquecentesca non si accontenta di contemplare un ordine impossibile, ma è ricerca, studio, sperimentazione, anticonformismo. Da questo spirito nascono le visioni e il mistero dei Giardini di Villa d’Este, teatro in cui si muovono i fantasmi di chi, ammirando la bellezza sublime, frutto dell’ingegno umano che modella la natura in un Eden idealizzato, sposta lo sguardo contemplando un tramonto eterno.

I misteri dei giardini di Villa d'Este
Fontana dell’Organo

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