L’importanza dello scegliere
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di Giovanni Beccarini Crescenzi
La scelta è quella attività che in ogni momento del nostro vivere pratichiamo, a volte quasi senza accorgercene. La nostra identità passa nell’esser riconosciuti per quello che abbiamo appunto scelto di diventare e che, quotidianamente, in modo immediato, ci permette di essere configurati dagli altri.
Siamo, in altre parole, il ruolo che ricopriamo, con tutte le abilità e competenze che ci vengono riconosciute. Ora, diceva Kierkegaard, filosofo della corrente esistenzialista della prima metà dell’800, che ogni singolo individuo è investito da due condizioni essenziali la possibilità e la libertà, ed entrambe lo mettono di fronte ad un bivio spesso problematico, lui dice angoscioso.
Certamente ogni volta che scegliamo siamo costretti a mostrare il nostro rapporto con il senso di responsabilità e quanto, questo, sia forte nel rendere operative, in modo proficuo, per noi e per gli altri, le nostre scelte, che sono la possibilità del senso della nostra libertà.
La scelta così concepita diventa di importanza assoluta nel relazionismo sociale poiché opera come le onde prodotte da un sasso gettato in uno specchio d’acqua, si propaga e investe tutto ciò che, la forza di propagazione, gli permette di raggiungere. La scelta quindi, in quanto espressione di libertà nella responsabilità, diventa così anche la nostra libertà assoluta, così come affermava Jean Paul Sartre, filosofo esistenzialista del ‘900.
Egli diceva che l’uomo è libero di decidere e di scegliere proprio perché condannato ad essere libero, cioè a scegliere comunque ed in ogni caso. La scelta è come un contenuto che l’uomo dà alla sua libertà altrimenti vuota: solo attraverso questa scelta l’uomo diventa qualcuno. «Delinquente o eroe poco importa, purché l’uomo abbia il coraggio di scegliere».