Lezione di anatomia del Dott. Tulp
Commenti in cornice
di Efram L. Burk
Rembrandt Harmenszoon van Rijn – olio su tela, 1632
169,50×216,50 cm, Mauritshuis, L’Aia
Questa opera di Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606-1669) rappresenta la dissezione pubblica del cadavere di Adriaan Adrianeszoon – alias Het Kindt – impiccato per rapina a mano armata il 31 gennaio 1632. Nell’Olanda del XVII secolo, tali pratiche erano consentite sui cadaveri dei giustiziati e venivano eseguite nel teatro anatomico con libero accesso ad un pubblico pagante, solitamente composto da studenti, medici ed intellettuali. Rembrandt aveva 26 anni quando si trasferì da Leiden ad Amsterdam, dove ricevette la commissione dalla Gilda dei Chirurghi per eseguire questa tela, raffigurante il dottor Nicolaes Tulp (1593-1674), cattedratico di Anatomia, mentre illustra con sconcertante realismo l’apparato muscolo-tendineo del braccio e ne espone il funzionamento mimandolo con la sua mano sinistra.
Le figure intorno al medico sono personaggi reali che pagarono sulla base della loro posizione nella raffigurazione, ripresi come nella ritrattistica tradizionale, di fronte o di profilo, in realistici atteggiamenti di stupore e repulsione, emergendo dal fondo oscuro, grazie alla luce che rende l’atmosfera unica e di richiamo caravaggesco.
Rispetto ad una tipica lezione di anatomia, manca la figura del preparatore e dei suoi strumenti, che parrebbero essere sostituiti dal grande libro aperto in basso a destra, verosimilmente il De humani corporis fabrica di Andreas Vesalius (1514-1564). Come nella celebre Ronda di notte, anche qui troviamo i nomi dei presenti, scritti in questo caso su un libro tenuto in mano da un assistente. In coerenza con la sua crescente notorietà, l’artista firmò l’opera apponendo solamente il proprio cognome ‘Rembrandt F.[ecit], 1632’, e non con la firma ‘RHL Rembrandt Harmenszoon di Leiden’ utilizzata sino ad allora. Si ipotizza anche che in tale periodo stesse sperimentando la propria firma, come si evince dall’ombelico del cadavere modellato come un ‘R’.
La lezione di anatomia del Dottor Deyman
Rembrandt Harmenszoon van Rijn – olio su tela, 1656
100×134 cm, Ermitage, Amsterdam
Nel 1656 Rembrandt dipinse la Lezione di anatomia del dottor Deyman, destinato alla sala dove già era esposta la più nota Lezione di anatomia del Dott. Tulp. Jan Deyman (Amsterdam, 1619-1666) era succeduto al Dott. Nicolaes Tulp nella Gilda dei chirurghi, ricoprendo anche la carica di ispettore del Collegium Medicum che gestiva l’assistenza sanitaria in città.
Nel 1723 un incendio distrusse gran parte della tela, successivamente recuperata nelle dimensioni attuali e di cui è rimasta solo la sezione centrale. Da uno studio di ricostruzione sappiamo che nella composizione originale erano presenti almeno altre otto figure. Il dipinto mostra la dissezione delle membrane cerebrali del sarto fiammingo Joris ‘Black Jack’ Fontejin, impiccato il 17 gennaio 1656 per furto.
Anche in questo caso, nell’impossibilità dell’epoca di conservare i cadaveri per mancanza di refrigerazione, solo il freddo dell’inverno olandese rendeva possibili queste procedure. Nella parte rimasta è l’assistente, il chirurgo Gijsbert Calkoen (1621-1664), a tenere in mano la calotta cranica, mentre il dottor Deyman, posto dietro il cadavere ed il cui volto si è perso con il fuoco, esegue la dissezione.
Esiste qui un maggior realismo dello studio anatomico, dove la cavità addominale è già aperta e studiata, per il più rapido decadimento degli organi interni. Rispetto alla tela dipinta ventiquattro anni prima, lo stile dell’artista è cambiato, è divenuto più scabro e concentrato, non c’è più solennità severa e pomposa, ma domina la mortalità, in cui lo scorcio prospettico, le grandi mani ed il volto paradossalmente sereno evocano il Cristo Morto di Andrea Mantegna, che Rembrandt avrebbe conosciuto attraverso le stampe.