The Gross & Agnew clinic
Commenti in cornice
di Efram L. Burk
The Gross Clinic
Thomas Eakins – olio su tela, 1875
240×200 cm, Philadelphia Museum of Art, Philadelphia
Quest’opera, ambientata nell’anfiteatro chirurgico del Jefferson Medical College di Philadelphia, rappresenta la medicina come teatro didattico. In primo piano il settantunenne Dr. Samuel Gross con il bisturi ed i suoi assistenti intenti ad intervenire sulla coscia di un paziente affetto da osteomielite, mentre sulla sinistra il Dr. Franklin West prende appunti sull’operazione. Più in basso a sinistra, spaventata ed inorridita, la madre del paziente si copre il volto. L’autore Thomas Eakins (1844-1916), che aveva frequentato i corsi di anatomia presso il Jefferson Medical College, si inserisce come uno degli studenti dell’anfiteatro, e possiamo riconoscerlo nella figura con maniche bianche sul lato destro della ringhiera. La procedura è innovativa, in quanto l’intervento chirurgico ha ora un intento terapeutico, rispetto alla pratica sino ad allora eseguita dell’amputazione. Nella composizione i chirurghi dell’epoca indossano ancora cappotti di cotone scuro, che saranno a breve sostituiti da abiti bianchi.
Eakins, al ritorno dall’Europa, dove aveva completato la sua formazione artistica, si dedicò alla pittura del proprio ambiente con ritratti e paesaggi caratterizzati da intenso realismo, con preciso senso della luce e del colore. Nel 1876, in occasione della Mostra per il Centenario di Philadelphia, l’artista sperava, attraverso questo dipinto, di impressionare il pubblico della sua città natale, ma la giuria artistica rimase così scioccata dalla realistica rappresentazione del soggetto, ed in particolare dalla rappresentazione dell’incisione chirurgica e della mano insanguinata del dottor Gross, che rifiutò di esporre il lavoro. Venne esposto invece nell’ala dedicata al US Army Post Hospital, con grande delusione del pittore, che rimase con il desiderio di un riconoscimento più prestigioso.
The Agnew Clinic
Thomas Eakins – olio su tela, 1889
214×300 cm, edificio di John Morgan presso l’Università della Pennsylvania, Philadelphia
Quattordici anni dopo, Eakins tornò ad affrontare il tema della chirurgia in un’altra e più grande opera, commissionata dagli studenti dell’Università della Pennsylvania, per onorare il pensionamento, dopo ventisei anni di servizio, del dottor David Hayes Agnew.
L’artista impiegò novanta giorni per la realizzazione e ricevette un compenso di 750 dollari, equivalenti a circa 20.000 dollari odierni.
Il medico viene raffigurato in piedi in un recinto, un passo indietro rispetto a dove si svolge l’operazione, mentre si rivolge, bisturi alla mano, agli assistenti, intenti ad eseguire una mastectomia parziale. Gli spettatori medici, tutti identificabili per nome, così come l’infermiera Mary Clymer, osservano l’intervento in semioscurità e, come nella Clinica Gross, anche qui l’artista si rappresenta come uno studente, nella figura dietro l’infermiera, anche se probabilmente fu sua moglie, l’artista Susan Macdowell Eakins, a ritrarlo. Intorno al telaio il pittore incise una iscrizione in latino «D. Hayes Agnew, MD. Il chirurgo più esperto, lo scrittore e maestro più chiaro, l’uomo più venerato e amato».
Questo dipinto offre una prospettiva completamente nuova rispetto alla Clinica Gross. Infatti i medici non indossano più abiti scuri, ma bianchi, rendendo un maggior senso di igiene, nonostante ancora non indossino maschere o guanti chirurgici. Il bisturi e gli abiti del dottor Agnew mostrano poco sangue, mentre l’anestesista utilizza un cono di etere anziché un panno. La preoccupazione e la crudezza raffigurate nella Clinica Gross hanno lasciato il posto al distacco ed alla professionalità, mentre e l’atto chirurgico diviene una rappresentazione naturalistica e del tutto teatralizzata.
Benché quest’opera sia un mirabile esempio di realismo scientifico, con un rendering quasi fotografico, ancora una volta fu accolta da pareri controversi, nonostante il gradimento espresso dallo stesso Agnew e dai suoi allievi. Probabilmente la figura femminile parzialmente nuda, anche se in un anfiteatro medico, non fu ben accetta, tant’è che il lavoro subì critiche superiori a quelle ricevute per la Clinica Gross e fu rifiutato prima dall’Accademia di Belle Arti della Pennsylvania nel 1891 e poi, l’anno successivo, anche dalla New York’s Society of American Artist. Quando infine, nel 1893, fu pubblicamente esposta a Chicago, alla Mostra Mondiale Colombiana, anche in quel caso fu aspramente criticata.
In memory of George Burk: artist, painter,
sculptor, teacher, mentor, father and friend.