Il dr. CONAN DOYLE
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Il dr. CONAN DOYLE

Medici … per altro famosi

di Marco Semprini

 

Elementare Watson, due sole parole sufficienti ad evocare nella mente di molti la figura del più famoso detective mai ideato da uno scrittore, Sherlock Holmes. Questa breve ma famosa frase, assicurano gli studiosi e i ben informati, sembra in realtà essere un’invenzione postuma (nata per una riduzione teatrale), poiché negli scritti originali compare una sola volta, peraltro preceduta da una copula verbale che ne sminuisce il valore (“E’ elementare Watson”). Comunque sia essa è rimasta indissolubilmente legata al noto investigatore frutto della mente geniale dello scrittore inglese Arthur Conan Doyle, ritenuto insieme ad Edgar Allan Poe, l’inventore del romanzo giallo. L’autore, e questo è meno noto, aveva iniziato la propria carriera come medico, professione presto abbandonata a favore della scrittura romanzesca, ma che influenzerà in modo importante il suo pensiero e tutta la sua produzione letteraria (molte infatti sono le analogie tra il mondo scientifico in cui si è formato, e il mondo investigativo che racconta).

Sir Arthur Ignatius Conan Doyle nasce il 22 maggio 1859 a Edimburgo in Scozia, da madre irlandese e padre inglese. Secondo di dieci figli, frequenta, sostenuto economicamente da uno zio (Ignatius), varie scuole cattoliche dei Gesuiti per poi iscriversi alla facoltà di Medicina dell’Università della sua città natale, dove si laurea nel 1885. Uno dei suoi insegnanti, il rigido e brillante dottor Joseph Bell, ispirerà molto del futuro Sherlock Holmes, in particolare per il rigoroso metodo scientifico e le sue qualità deduttive. Per fare esperienza e pagarsi gli studi collabora con diversi medici, lavora poi come medico di bordo per l’African Steam Navigation Company,  sulla tratta da Birmingham alle coste africane, dove studia a fondo la malaria e la febbre africana. Ottenuto il Bachelor’s degree, il titolo di laureato nei paesi anglosassoni, consegue un Master in Chirurgia e quindi si specializza in oculistica, per poi aprire un proprio studio a Portsmouth. La mancanza di pazienti gli consente di avere del tempo a disposizione, che dedica alla sua vera grande passione, la scrittura. Pubblica infatti in questo periodo il suo primo romanzo poliziesco (“Uno studio in rosso”, 1887), considerato il precursore dei celebri romanzi del detective Holmes.

Il dr. CONAN DOYLE

È solo l’inizio di una nuova brillante carriera che lo vede autore non solo di romanzi polizieschi ma anche di racconti storici, di fiction ante litteram, poemi teatrali e articoli come corrispondente. Ed e’ proprio un saggio sulla guerra anglo-boera in Sudafrica, The great boer war, che gli vale il titolo di baronetto nel 1902, conferitogli da Edoardo VII. Ma è sicuramente per la pubblicazione dei romanzi con protagonista il celebre detective del numero 212B di Baker Street (civico all’epoca non esistente e attualmente sede del “Museo di Sherlock Holmes”) che Conan Doyl diviene famoso. Fin dall’inizio le storie di Sherlock Holmes ricevettero buone critiche ed un immenso successo di pubblico, con i lettori subito innamorati del flemmatico e brillante investigatore privato che utilizzava criteri scientifici e nozioni di psicologia per condurre le sue indagini nella Londra tardo-vittoriana prima ancora che la polizia “vera” iniziasse a farlo. L’autore tuttavia ebbe un rapporto di amore-odio con il personaggio, divenuto nel frattempo più famoso di lui, fino ad “ucciderlo” facendolo precipitare in una cascata assieme al suo arci-nemico Moriarty. Fù costretto però, pressato dai suoi lettori e dalla casa editrice, a farlo tornare in azione: il geniale investigatore risolverà ancora moltissimi casi, lavorando anche come spia durante la Prima Guerra Mondiale.  

La passione per l’indagine di Conan Doyle fu così forte che lui stesso, in due casi, vestì i panni dell’investigatore, riabilitando la reputazione di due persone accusate ingiustamente da Scotland Yard i cui funzionari, in quel periodo, evidentemente dovevano possedere un acume pari a quello dell’ottuso ispettore Lestrade, le cui poco brillanti intuizioni vengono spesso ridicolizzate dall’arguzia di Holmes. Lo straordinario interesse ed entusiasmo che Sherlock Holmes continua a suscitare ancora oggi non solo nei lettori comuni ma persino nei poliziotti, detectives e scienziati di tutto il mondo è dovuto al fatto che nessuna perizia balistica, anatomo-patologica o qualsiasi altra conoscenza o strumentazione scientifica, spesso solo uno sfondo all’intreccio, può sostituire «una giusta dose di buon senso» nella soluzione di un delitto. In realtà, Sherlock Holmes, con le sue continue oscillazioni tra felici intuizioni teoriche e le gravi omissioni tecniche (mancanza di indagini balistiche, chimiche, autoptiche) segna il lento e tormentato passaggio dalla fase empirica alla fase scientifica della lotta al crimine: egli rappresenta il prototipo del moderno investigatore che applica il nuovo metodo “logico-deduttivo”, in parte frutto della propria esperienza in campo medico.

Il dr. CONAN DOYLE

Tuttavia l’inventore di Sherlock Holmes ebbe anche numerosi altri interessi, come lo sport in giovane età, praticando con discreti risultati la boxe, il cricket, il calcio e lo sci (soprattutto in Svizzera), contribuendo a diffondere questo sport nel mondo. E ancora il giornalismo, famoso il pezzo scritto come inviato per il Daily Mail alle Olimpiadi di Londra del 1908 a favore dell’italiano Dorando Pietri, squalificato al termine di una gara straordinaria, per l’aiuto avuto dai giudici negli ultimi metri, ma vincitore morale secondo Doyle, che definisce l’atleta un “gladiatore”. Per passare poi alla cultura dello spiritismo, materia cui ha dedicato diversi anni della fase tardiva della sua vita, scrivendo anche un saggio sulla Storia dello Spiritismo e tenendo conferenze in diversi Paesi nel Mondo.

Medico, scrittore, autore teatrale, giornalista, impegnato politicamente, atleta polivante, attivista per il sociale, spiritista e, come altri personaggi famosi dello stesso secolo, adepto ai valori della Libera Muratorìa, Arthur Conan Doyle muore improvvisamente a 71 anni, per un infarto fulminante, mentre si trova nella sua casa di campagna  a Crowborough, nel Sussex Orientale. La sua poliedricità viene ricordata nell’epitaffio del cimitero di Hampshire dove è sepolto: “di sincerità ferrea e onesta lama, cavaliere, patriota, medico e letterato”. Sicuramente medico per (molto) altro famoso.

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