La felicità durante il Covid-19 è un cucciolo caldo
di Maria Chiara Durio
Il mio cane si chiama Smoky, è un border collie e ha 6 anni.
Io mi chiamo Chiara e ho 59 anni; ex dirigente d’azienda in pensione e, come molti italiani, in quarantena con la mia famiglia per il Covid-19 dal 9 marzo.
Ebbene sì!
Mr. Schulz aveva proprio ragione quando faceva dire a Lucy Van Pelt: «La felicità è accarezzare un cucciolo caldo!»
Mai come in questo periodo mi sono resa conto di quanto ho fatto bene, 6 anni fa, ad adottare Smoky.
Molti amici, e soprattutto mio marito, all’epoca mi dicevano: «Il cane è una schiavitù, lo devi portare fuori per i bisogni, hai le spese del veterinario, sporca la casa, se muore soffri etc. etc.»
Tutto vero.
Ma ci sono così tante cose positive nell’avere un compagno a quattro zampe che neanche mi potevo immaginare!
E la quarantena dovuta al Covid-19 me ne ha fatte scoprire di nuove.
Avere un cane in casa, in questo periodo, mi sta aiutando veramente a stare meglio, mi tiene alto l’umore e mi aiuta a ricentrarmi, senza farmi venire l’ansia.
Smoky aiuta me e i miei figli a mantenere i ritmi delle giornate: l’orario in cui si sveglia, l’ora della pappa, della passeggiata (anche se molto più breve del solito e solo vicino casa): questo ci sta aiutando a non cadere nell’apatia del ‘tanto sono a casa, non faccio più niente, o lo faccio dopo’.
Insomma, Smoky mantiene attivi un po’ tutti e non solo perché dobbiamo prenderci cura di lui, ma anche perché ci protegge dalla noia e ci strappa sempre un sorriso.
Per i miei figli adolescenti, Smoky offre loro occasioni di gioco, di svago, gli stanno insegnando a fare degli esercizi nuovi, gli danno fastidio in modo scherzoso e lui va da loro per chiedergli di giocare: fanno veramente mettere allegria quando sono insieme, e io sono contenta perché così i miei figli stanno meno attaccati al telefonino o al PC.
Smoky ci aiuta a creare momenti di aggregazione, di sorriso, e ci aiuta a non pensare per qualche attimo alla reclusione alla quale siamo costretti oramai da più di 40 giorni.
Ed è incredibile come Smoky – come tutti i cani – essendo un animale fortemente empatico, comprenda subito quando il nostro umore in famiglia è negativo e quindi mette in atto comportamenti particolari: ti viene vicino, ti fa effusioni proprio per cercare di tirarti su il morale.
Neanche noi umani siamo così sensibili: i cani sono veramente speciali!
Il coronavirus ci impedisce di avvicinarci l’un l’altro e di abbracciarci, ma con il cane invece lo possiamo fare: lo prendiamo in braccio, lo accarezziamo e lui da noi si fa fare qualsiasi cosa perché ci ama incondizionatamente e questo ci consola, ci fa provare tenerezza e rende le nostre giornate meno difficili: felicità è un cucciolo caldo.
Questa è la mia esperienza personale ma in realtà ci sono moltissimi studi che hanno dimostrato gli effetti benefici dell’avere un cane, sulla salute e sull’umore:
- ricuce in maniera significativa la mortalità per tutte le cause (si stima del 24%, del 31% per cause cardiovascolari);
- riduce il rischio di complicanze o di ictus e morte per i cardiopatici;
- previene la depressione (soprattutto nelle persone sole);
- negli anziani migliora la funzione mentale;
- riduce i livelli di stress ed ansia.
Non sono un medico, quindi non entro nello specifico delle varie pubblicazioni e studi, ma certamente non sono la sola a suggerire di adottare un cane a tutti: famiglie, persone single o anziani.
In questo momento, poi, ci sono i canili pieni di cani abbandonati, perché molte persone male informate hanno abbandonato i loro animali pensando potessero trasmettere il Covid-19: ma questo è stato abbondantemente escluso dagli esperti, anzi siamo noi che dobbiamo fare attenzione a non contagiare loro!
Quindi adottate subito un cane!
Il legame che instaurerete con lui sarà speciale e vi aiuterà moltissimo soprattutto in periodi difficili della vostra vita, come questo.
Aveva ragione Mr. Shultz! È proprio vero che la felicità è accarezzare un cucciolo caldo! …ed in più se ci riduce la pressione sanguigna siamo ancora più felici.