Come in un quadro di Degas …
Editoriale rivista n.19
di Stefano Strano
Nelle mie lezioni di patologia talvolta mostro una diapositiva con l’opera di Artemisia Gentileschi Ester ed Assuero . La scena del dipinto rappresenta la bella Ester che dopo essersi introdotta nella sala del trono con risoluta determinazione a denunciare il complotto che avrebbe annientato il popolo di Israele, è colta da malore al cospetto del potente re di Persia. La sincope di Ester fa convergere su di lei l’attenzione ed il favore del sovrano che si protende in suo soccorso. Sintomi e segni clinici, anamnesi, ipotesi diagnostiche, possibili cause e meccanismi fisiopatologici …pagine e pagine di medicina si aprono inevitabilmente nell’analisi pittorica di quest’opera, oltre ad una molteplicità di concetti e supposizioni, collegamenti biblici e politici ad un fatto inserito nella storia e nella geografia di quel tempo.
Tutto in un solo quadro, una simultaneità espressiva di concetti idee e collegamenti a fatti che si svolgono nel tempo di una scena. Solo l’immagine composta nella mente dell’artista esprime contemporaneamente i molti concetti che vengono dall’elaborazione personale del vissuto dei personaggi o semplicemente dei fatti rappresentati nel limitato spazio visivo della tela, e genera una pluralità di idee ed emozioni in chi guarda. Una foto istantanea potrebbe farlo?
L’immagine fotografica perfetta si realizza in un attimo dopo anni di lavoro mentre il quadro ideale si dipinge ogni giorno nell’arco di una vita. Ma la differenza tra istantanea fotografica e immagine pittorica è talvolta sottile riguardo alla contemporaneità di azioni e stati d’animo diversi che la scena coglie evocatrici di altrettante idee ed emozioni nello spettatore. Basti guardare alle opere di Degas, ad esempio Gli orchestrali. Il quadro sembra un’istantanea scattata da un eccezionale fotografo appostato nella buca degli orchestrali a catturare la “babele” che esplode negli istanti successivi al termine dello spettacolo di danza. Una foto che congela il momento di un evento appena concluso, esprimendo la contemporaneità di fatti e stati d’animo diversi che avvengono al termine della musica che sino ad allora ha sincronizzato i movimenti dei corpi ed il lavoro delle menti degli orchestrali e delle ballerine intenti a raggiungere un comune traguardo. Infatti come l’opera pittorica desincronizza i pensieri e le azioni degli attori della scena così la musica ha il potere opposto di sincronizzarli nel prodigio della connessione dei sistemi neurali di coloro che ascoltano.
Ma entrambe, pittura e musica, concorrono ad esprimere allo spettatore un caleidoscopio di concetti ed emozioni in un singolo evento. Tornando al fenomeno della sincronia indotta, è emblematico il fatto riportato da Oliver Sacks nel suo libro “musicofilia” che partecipando ad un evento organizzato da un’associazione di pazienti racconta: Tutti, in quella stanza, sembravano in balia dei loro tic. Tic ciascuno con il suo tempo. Vedevo i tic erompere e diffondersi per contagio ma i tic scompaiono, e il gruppo si fonde in una perfetta sincronia ritmica suonando ciascuno il proprio tamburo invitati dal fraseggio musicale avviato da un percussionista alla batteria.
La musica è dunque anche terapeutica per questa capacità di sincronizzare nelle menti funzioni cognitive e neurovegetative che interagiscono con l’ambiente esterno sia con quello interiore, psiconeuroendocrino immunitario e circolatorio. Basti citare la musica di Mahler e gli influssi montani della val Pusteria. Ma come l’immagine pittorica non è silenziosa così anche la musica ci regala il colore e l’azione della scena con una contemporaneità espressiva di concetti ed idee diversi. Riccardo Muti chiarisce bene questo pensiero accostando Le sette ultime parole di Cristo sulla croce di Haydn alla meravigliosa potenza espressiva della crocifissione del Masaccio esposta al museo di Capodimonte. In tal senso, esempi sul colore della musica c’è ne sono molti e primo tra tutti il barocco di Vivaldi denso di immagini e ambientazioni che, come nel concerto “la notte”, evocano anche la dimensione onirica del pensiero. Pittura e musica …. l’una riesce a esprimere ciò che l’altra regala.