Camminata e trekking urbano
Salute & sport
di Nicola Iacovone
Indagine conoscitiva sui benefici terapeutici della ‘camminata’
Negli anni 2010-2012 abbiamo effettuato un’indagine sugli effetti dell’attività fisico-motoria rappresentata dalla ‘camminata’. Il campione di indagine era costituito da 13 pazienti – 5 donne e 8 uomini – di età compresa tra i 36 ed i 64 anni, ed affetti da patologie suscettibili di miglioramento. In particolare, vi erano: dislipidemici, diabetici, ipertesi, artrosici, ansiosi e/o depressi, bronchitici cronici, affetti da sindrome metabolica. Queste persone non si erano mai dedicate, in precedenza, alla ‘camminata’ quale vera e propria attività fisico-motoria. Si sono dunque impegnate, per il periodo in esame, nella pratica costante e regolare della stessa.
Come accertamenti preliminari per valutare lo stato di salute, ad ognuno di essi è stato eseguito un ECG di base con visita cardiologica ed esami ematici di routine.
Dopo un periodo di condizionamento fisico della durata di circa 1 mese, è iniziata l’indagine effettiva durata circa 1 anno. I primi 2 mesi le camminate erano di 50 minuti al giorno (3 volte a settimana), successivamente di almeno 1 ora (3-5 giorni a settimana), percorrendo mediamente 5-6 km die. Il primo periodo di osservazione è avvenuto dopo 6 mesi ed il secondo dopo 1 anno di pratica.
Successivamente, in ognuno di loro, è stato rilevato un miglioramento, o addirittura una guarigione, della patologia di cui erano affetti, oltre ad una consistente sensazione di benessere psichico ed un risparmio economico terapeutico annuale – farmacologico e diagnostico – quantificabile, a livello monetario, nelle seguenti somme: Euro 600,00 per i diabetici, Euro 300,00 nei dislipidemici, Euro250,00 nei soggetti affetti da sindrome ansioso/depressiva, Euro 500,00 negli ipertesi, Euro 250,00 negli artrosici, Euro 350,00 nei bronchitici cronici.
Di seguito, un esempio di programma di condizionamento alla camminata:
Ad ogni seduta terminare con almeno 10 min. di stretching
Le quantità indicate si intendono espresse in minuti.
Se pensi che lo sport non sia ‘alla tua portata’, allora muoviti camminando: la visione globalizzante dello sport
La massima espressione corporea di ‘movimento’ si estrinseca nel gesto atletico. Lo sport è la rappresentazione armonica, altamente strutturata e consapevolmente equilibrata del movimento. Il ‘movimento’, inteso come azione di un corpo, è una caratteristica di tutti gli esseri viventi ed in particolare dell’uomo: ne determina il suo comportamento, la sua struttura organica e psichica, lo pone a contatto dei propri simili, lo fa comunicare e di conseguenza ne caratterizza globalmente la sua esistenza. Il movimento è cultura intesa come pensiero da cui scaturisce l’azione e, nell’accezione antropologica, è la proiezione esterna dell’organismo biologico.
Il divenire umano, prerogativa essenziale dell’esistenza, è determinato concettualmente dagli elementi ‘spazio’ e ‘tempo’, da cui fluisce movimento inteso come divenire e, quindi, rappresentazione sintetica dell’azione umana.
Camminare rappresenta per tutti noi il mezzo per una nuova coscienza del corpo, per conoscerne i limiti e per prevenire e curare alcune malattie, nel rispetto dell’ambiente e della cultura sociale in cui viviamo. La medicina dello sport non si ferma all’agonismo, guarda oltre.
Camminare è la più antica, naturale ed istintiva attività dell’uomo, anche se spesso è identificata, storicamente ed antropologicamente, come mezzo di espressione di migrazione e povertà: esodi biblici, viaggi dei profughi, eserciti in marcia.
Il cammino porta da qualche parte o da nessuna, è fine a se stesso, ma non perde mai di dignità e nobiltà.
È un’azione lenta, silenziosa e ritmica, che non disturba il pensiero, anzi stimola la riflessione permettendo di osservare anche le cose più piccole. Faticosa ma non estenuante, consente di sentire e percepire il proprio corpo e di apprezzare le distanze guadagnate, un passo alla volta. Autonoma, poiché non si deve fare ricorso a mezzi meccanici. Si parte e ci si ferma quando lo si desidera, si procede al proprio ritmo. Camminando si può andare praticamente ovunque e questo contribuisce a dare un senso di grande libertà.
Nei soggetti diversamente abili camminare vuol dire riabilitare, supportare, motivare e reinserire socialmente attraverso un intervento rivolto ad essi e all’ambiente in cui vivono, tutto mirato ad un processo di crescita armonica e non solo alla ricerca di ipertonotrofie muscolari compensatorie.
Camminare è inconsciamente un modo nuovo di fare sport: abbandono della competizione – a volte eccessiva ed esasperata – nel rispetto della globalità fisiologica dell’individuo.
E, soprattutto, camminare non costa niente: è totalmente gratuito.
Trekking urbano e turismo sportivo: un nuovo modo di praticare prevenzione e terapia riscoprendo la propria Città
Negli ultimi anni le migliorate condizioni socio-economiche e la possibilità di disporre facilmente di grandi quantità di alimenti (a qualsiasi livello e ceto sociale), associate all’aumento della sedentarietà (malattia ipocinetica), al diffuso consumo di bevande alcoliche, di fumo di tabacco, di farmaci, a condizioni generali ‘stressanti’ e quindi a stili di vita poco salutari, hanno fatto emergere una serie di quadri morbosi, ad elevata incidenza, definiti malattie del benessere.
Per la loro diffusione e per l’elevato costo sociale (diagnostico, terapeutico, riabilitativo e conseguente invalidità lavorativa) è quanto mai necessaria una strategia di intervento mirata soprattutto alla loro prevenzione.
Anche se il patrimonio genetico e costituzionale gioca un ruolo importante nel determinismo di tali malattie, i tentativi volti al miglioramento di esse prevedono interventi, oltre che farmacologici, anche di programmi fisico-motori e nutrizionali.
Nelle manifestazioni cliniche di tali patologie, più evidenti saranno i sintomi, maggiore sarà l’intervento con terapie farmacologiche. Viceversa, qualora i sintomi siano sfumati o precoci, l’intervento terapeutico sarà prevalentemente motorio e nutrizionale.
La prescrizione di un adeguato programma fisico-motorio deve essere personalizzata sulla base delle risultanze di un protocollo di valutazione mirato all’accertamento dello stato metabolico, della funzionalità cardio-respiratoria e dell’efficienza fisica generale del soggetto, con l’aiuto anche del Medico di Famiglia e dello specialista (medico dello sport, cardiologo, pneumologo, ecc.).
L’adesione al programma consigliato risulterà maggiore se il soggetto è motivato ed attratto dall’attività fisica anche sul piano psicologico, limitando al minimo gli insuccessi dovuti al precoce abbandono.
Il trekking urbano rappresenta, per i residenti e non, uno stile di vita salutare ed un modo per riappropriarsi del luogo in cui si abita, conoscendolo meglio ed usandolo per tonificarsi, rilassarsi e divertirsi, ma anche per conoscere meglio la cultura enogastronomica loco-regionale (educazione alimentare).
Provate a riflettere quanto spesso vi sentite estranei al vostro luogo di vita a causa dei ritmi incessanti e a come percorriamo le solite strade, nei soliti tempi e con le solite abitudini. Basta poco per cambiare atteggiamento e riscoprire suoni, rumori, abitudini, mestieri ed anche sapori di una volta: momenti e luoghi di vita quotidiana.
Un legame che si sta perdendo con il territorio, con le sue tradizioni e la sua gente: camminare dentro le mura cittadine è un modo nuovo per emozionarsi e stupirsi, praticando nel contempo azione terapeutica e preventiva, ma anche sociale, didattica e culturale.
Con le camminate in città si possono scoprire angoli meno noti e percorsi alternativi anche per andare al lavoro. Tutto avviene sotto casa.
Il trekking urbano è la nuova frontiera del turismo: un turismo sostenibile e d’avanguardia che influenza positivamente lo stile di vita di chi lo pratica nella propria città. Il cammino, oltre che in termini di durata, si può misurare anche con l’ausilio di un piccolo strumento chiamato ‘contapassi’, molto semplice da usare e oltretutto alla portata di tutti. Si consiglia di effettuare quotidianamente almeno 5.000 passi ad andatura più o meno sostenuta…come del resto consigliava anche l’imperatore Adriano ai propri ospiti, invitandoli a girare, per sette volte, intorno al muro del Pecile nella Villa Adriana.
L’importante è cominciare lentamente, soprattutto se si è poco allenati, ed incrementare, con gradualità e perseveranza, sia la velocità che il numero di passi.
A chi consigliare il trekking urbano:
- a tutti i sedentari, compresi bambini, adolescenti e anziani;
- a tutti coloro che sono affetti da fisiopatologie sensibili all’attività fisico-motoria soprattutto nella 3ª e 4ª età (artrosici, osteoporotici, ansiosi o depressi);
- alle persone affette da patologie conclamate ma sensibili all’attività fisico-motoria (diabetici, obesi, dislipidemici, ipertesi, cardiopatici ischemici, bronchitici cronici, asmatici, ecc.);
- a chi ricerca un nuovo ‘stile di vita’ ed una nuova dimensione per il proprio benessere;
- a chi vuole ‘ricominciare da zero’.
Per tutti coloro che volessero iniziare a dedicarsi al proprio stato di salute, il cammino deve rappresentare un momento essenziale. È utile, ad esempio, camminare ogniqualvolta sia possibile o si renda necessario farlo, tenendo bene in mente che i maggiori benefici salutistici si ottengono con la continuità e l’assiduità.
Infatti, le continue sollecitazioni permettono al nostro organismo di adattarsi ai carichi di lavoro sempre più intensi e, quindi, di trarne giovamento fisico e mentale.
Camminare a 4 km/h comporta un dispendio energetico di tipo moderato (VO2: 10-18 ml/kg/min. e METs: 3-6), camminare a 6 km/h, un dispendio energetico elevato (VO2: > 18 ml/kg/min. e METs> 6). Tra le forme agonistiche del camminare ricordiamo: la Camminata Sportiva, il Nordic Walking ed il Retrowalking.
Devi stare in forma. Mia nonna iniziò
a camminare per cinque miglia al giorno quando
aveva sessant’anni. Ora ne ha novantasette,
e non sappiamo dove diavolo sia finita.
Ellen Lee DeGenere