Gli anziani e la guida
di Luigi Maria De Santis
Osservando i dati che annualmente l’ACI e l’ISTAT pubblicano congiuntamente sugli incidenti stradali, un allarmante dato è stato evidenziato negli ultimi anni, e cioè l’elevata mortalità degli anziani sulle strade, sia che rivestano il ruolo di conducenti di veicoli, sia di passeggeri che di pedoni. Al contrario, il numero di incidenti in cui sono coinvolti gli anziani è decisamente inferiore rispetto a quelli delle fasce di età più giovani.
Il concetto di anzianità – Fermo restando che l’invecchiamento è un processo individuale che non inizia alla stessa età e non procede con lo stesso ritmo, all’età di 65 anni, nella società occidentale si ha, mediamente, una aspettativa di vita ‘in salute’ di ulteriori otto anni. Per questo, come affermato dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, si diventa ‘anziani’ a 75 anni e non più dieci anni prima, logica conseguenza dell’eccezionale aumento (circa 20 anni in più) della vita media nell’ultimo secolo.
Gli anziani alla guida – L’invecchiamento della popolazione si riflette su molteplici aspetti della vita sociale e anche sull’età media dei conducenti di veicoli. Confrontando i dati delle patenti attive all’inizio del 2018 con quelli del 2008 emerge un marcato aumento del numero di patentati con più di 65 anni di età, che passano dal 13% al 21% sul totale dei 38 milioni di patentati italiani; circa 1.500.000 sono invece gli over 75, oltre il 4% del totale. Osservando i tassi di mortalità per trauma stradale, risulta che le due fasce di età più rappresentate sono i giovanissimi (18-24 anni) e gli anziani (75-80), con caratteristiche di incidente, però, completamente diverse. I giovani fondamentalmente sono coinvolti in incidenti molto violenti dovuti alla perdita del controllo del veicolo o per eccesso di velocità, gli anziani per scarsa percezione degli ostacoli e della viabilità. (Knowledge base – Rapporto conducenti anziani, CEREM Lazio, 2018)
Caratteristiche del guidatore anziano – È noto che, a parità di impatto, i danni che riporta l’anziano sono nettamente superiori rispetto alle fasce d’età più giovani. L’avanzare dell’età comporta, fisiologicamente, l’insorgenza di limitazioni fisiche e funzionali ed un notevole aumento della fragilità. Le limitazioni funzionali possono incrementare il rischio degli incidenti, la maggior fragilità accresce la gravità degli infortuni. I fattori fisici che influiscono sulla sicurezza della guida comprendono la diminuzione della forza fisica e dell’abilità manuale per la perdita di flessibilità delle articolazioni; fisiologicamente decadono inoltre le facoltà di attenzione, i tempi di elaborazione ideativa e di reazione. Una segnalazione a parte meritano i deficit sensoriali come l’ipoacusia e le patologie oculari Queste ultime possono comportare diminuzione del campo visivo (il glaucoma), riduzione della visione notturna e maggiore sensibilità all’abbagliamento (la cataratta) non trascurando che la presbiopia (la comune difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti vicini) ha assunto anch’essa un ruolo importante alla luce della quasi totale digitalizzazione dei cruscotti. Inoltre, la limitazione sia in flesso-estensione che in lateralità dei movimenti del collo (l’artrosi cervicale è una delle patologie più frequenti della terza età) non permette di compensare la diminuzione del campo visivo, favorendo quindi gli incidenti da impatto laterale.
Patologie e rischio relativo di incidente stradale – Uno studio esteso a molti Paesi Europei, recentemente confermato negli Stati Uniti (Comparison of Unsafe Driving Across Medical Conditions; Moon S et al; Mayo Clin Proc. 2017 Sep; 92(9):1341-1350), ha verificato il rischio di incidente stradale per patologia. Di grande impatto le patologie neurologiche e psichiatriche (Rischio Relativo = 1,75, a significare che un guidatore portatore di tali patologie ha un rischio di provocare un incidente aumentato del 75%) e ovviamente l’abuso di alcool (RR = 2,00) e droghe (RR = 1,58), combinazione spesso letale tra deficit sensoriali, allungamento dei tempi di percezione e di reazione. Di impatto quasi nullo (RR = 1,03) la presenza di ipertensione arteriosa.
Diabete e incidenti stradali – Fortemente studiata la popolazione dei guidatori diabetici per il notevole coinvolgimento in incidenti stradali (RR = 1,56). Al netto delle complicanze oculari, i soggetti particolarmente a rischio sono i pazienti insulino-dipendenti e quelli in terapia con sulfaniluree, cioè i più esposti alla possibilità di eventi ipoglicemici. Un ruolo molto importante riveste inoltre la neuropatia diabetica degli arti inferiori, che comporta un significativo aumento dei tempi di reazione per la frenata improvvisa e anche incongruità dell’intensità della frenata stessa in relazione alla presentazione dell’ostacolo (Diabetes and driving; Inkster B, Frier BM; Diabetes Obes Metab. 2013 Sep;15(9):775-83).
La demenza – Il declino delle capacità cognitive, se grave e conclamato, non dovrebbe essere compatibile con la guida di autoveicoli ma la demenza si manifesta spesso in maniera lenta e graduale e perciò particolarmente insidiosa. Un recente studio retrospettivo dell’Università di Seattle ha coinvolto circa trentamila persone, ex guidatori, con diagnosi di demenza conclamata, ed ha valutato per ognuno di essi gli incidenti, le multe, i comportamenti anomali alla guida e le impressioni di sicurezza dei passeggeri nei cinque anni precedenti la diagnosi. Il risultato è stato che ‘le capacità di guida nella popolazione con demenza erano compromesse’ già prima della evidenza della malattia, cioè nella zona grigia, spesso subdola, che precede la diagnosi (Diagnosed dementia and the risk of motor vehicle crash among older drivers; Fraade-Blanar L.A. et al; Accid Anal Prev. 2018 Apr; 113:47-53).
La consapevolezza dell’anziano – A fronte di tutto questo, però, quasi tutti gli anziani mettono in atto comportamenti compensativi che sono lo specchio della consapevolezza dei propri limiti alla guida. Ad esempio, quasi mai guidano sotto l’effetto dell’alcool o usano il telefonino e sono molto più inclini dei giovani ad osservare il codice della strada, in primis i limiti di velocità. Non essendo, inoltre, condizionati dagli orari di lavoro, preferiscono mettersi alla guida in orari in cui c’è meno traffico, di giorno e in buone condizioni meteorologiche preferendo però le strade statali piuttosto che le autostrade.
Incidenti tipici – Gli over 75 in genere sono coinvolti in incidenti agli incroci essendo questi una situazione di traffico molto complicata che comporta l’utilizzo di numerose funzioni percettive e può contemplare decisioni estremamente rapide, frutto di giudizi complicati su parametri da valutare contemporaneamente, come, ad esempio, la velocità e la distanza di più veicoli che sopravvengono. Gli errori più frequenti a cui vanno incontro sono estremamente comuni come l’imbocco di carreggiata contro mano, l’invasione della corsia controlaterale e la scarsa visualizzazione dei veicoli specie se l’angolo della strada che si immette nell’incrocio è inferiore a 90°. Da una casistica statunitense si evince che gli anziani hanno oltre il 25% in più di possibilità di essere coinvolti in incidenti mortali agli incroci e gli over 85 hanno, in questi casi, una mortalità più che raddoppiata rispetto alle altre fasce di età. Sulle autostrade (non gradite agli anziani) possono risultare coinvolti in tamponamenti soprattutto per colpi di sonno oppure in immissioni su rampe particolarmente brevi.
La svolta a sinistra – Un caso estremamente critico è rappresentato dalla svolta a sinistra in cui spesso il conducente anziano non riesce a valutare con efficacia la velocità del veicolo che sopraggiunge e può mal valutare la profondità e i margini di manovra per l’attraversamento della carreggiata. Sicuramente utile, a questo proposito, l’istituzione delle rotatorie che necessitano comunque di particolare attenzione ma prevedono solo svolte a destra che compensano in gran parte le limitazioni sensoriali e decisionali degli anziani.
Le possibili contromisure – Mettere gli anziani in condizione di guidare in sicurezza è un obiettivo che passa per una serie numerosa di provvedimenti che vanno dal miglioramento di viabilità, segnaletica e illuminazione delle strade alla partecipazione a meeting, corsi di aggiornamento e seminari con simulazione di situazioni difficili di guida. Più futuribile, al momento, sembra la possibilità di poter usufruire in maniera capillare di vetture dotate di sistemi avanzati di assistenza alla guida o di informazioni di bordo.
Il rinnovo della patente – L’imposizione di sospendere la guida che può derivare da un mancato rinnovo della patente è spesso fonte di depressione per l’anziano soprattutto per la perdita improvvisa di un ruolo consolidato. I residenti in zone rurali, dove mancano le alternative al trasporto come frequenti passaggi di bus o taxi, perdono anche l’autonomia negli spostamenti . L’anziano è propenso quindi almeno al mantenimento della possibilità di guidare la propria automobile. Particolarmente gravoso appare quindi, alla luce delle molteplici variabili da esaminare, il compito dei medici preposti ai rinnovi delle patenti di guida. Un’attenta valutazione del mantenimento dei requisiti psico-fisici costituisce un indispensabile filtro per la sicurezza sulle strade.