Il dott. John Michael Crichton
Medici … per altro famosi
di Marco Semprini
Potrebbe essere definito come un uomo dai grandi numeri: 206 cm di altezza, cinque mogli, oltre 200 milioni di copie vendute dei suoi 27 romanzi (tradotti in più di 30 lingue), senza contare i milioni di dollari che hanno incassato i film tratti dai suoi racconti, ispirati sempre al mondo scientifico ed ai misteri che la natura nasconde. Una fiorente produzione letteraria frutto della innata curiosità febbrile per le nuove esperienze e le scoperte, unita agli insegnamenti forniti dal padre, un famoso giornalista e Direttore della 4A’s (Associazione Americana delle Agenzie Pubblicitarie), e dalla mamma, Zula Miller, casalinga con la passione per i musei e l’arte, che condivide con il marito una enorme passione per i viaggi. Così, il dott. John Michael Crichton, nato a Chicago (Illinois) il 23 ottobre 1942, e cresciuto a Long Island insieme alle due sorelle Kimberly e Catherine ed al fratello minore Douglas, inizia a scrivere precocemente, e, a soli 14 anni, vende per 60 dollari un articolo di viaggio al New York Times. Dopo il Diploma alla High School di Roslyn nel 1960, si iscrive alla Harvard University di Cambridge, dove si laurea in Antropologia nel 1965. Grazie ad una borsa di studio si reca in Inghilterra, a Cambridge, dove insegna per un breve periodo, per poi studiare alcuni mesi al British Museum. Trascorre alcuni mesi anche in Francia ed infine, nel 1969, torna negli Stati Uniti per iscriversi alla prestigiosa Harvard School of Medicine. Per mantenersi agli studi collabora con alcuni quotidiani locali ed inizia a scrivere i suoi primi racconti che firma con degli pseudonimi scelti in riferimento alla sua altezza: è prima John Lange (lange in tedesco significa ‘persona alta’), e poi Jeffery Hudson (un famoso ‘gigante’ realmente esistito alla corte di Carlo II d’Inghilterra). A soli 25 anni gli viene diagnostica, seppure in una forma non aggressiva, la sclerosi multipla, fatto che non gli impedisce di coltivare la sua grande passione per i viaggi – ereditata dai genitori – e che conserverà per tutto l’arco della sua vita: come lui stesso racconta «il viaggio serve per capire meglio se stessi e gli altri» e non a caso molte delle decisioni principali della sua vita saranno prese dopo l’esperienza di un viaggio. Conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia si trasferisce a La Jolla, in California, dove inizia a frequentare il Salk Institute for Biological Studies, uno dei più prestigiosi istituti di ricerca scientifica in campo biomedico a livello mondiale. Nonostante l’importanza del luogo di lavoro e la possibilità di una brillante carriera, John Michael abbandona ben presto la professione medica non trovando in questa la strada per una completa realizzazione personale. L’occasione arriva a 27 anni quando il suo primo romanzo Andromeda diventa immediatamente un best seller. Grazie ai soldi guadagnati continua a viaggiare: visiterà gli angoli più remoti del pianeta ottenendo da questi itinerari grande ispirazione per le trame di quelli che saranno i futuri successi letterari. Autore capace di coniugare finzione e credibilità scientifica, scienza e fantascienza, genere questo di cui è stato uno dei più creativi rappresentanti, ha pubblicato numerosi romanzi di avventura, spesso tradotti in sceneggiature per il grande schermo: The great train robbery (1975), di cui ha curato anche la regia, Congo (1980), Sphere (1987), il celeberrimo Jurassic Park (1990), il sequel The lost world (1995), State of fear (2004), Next (2006). Abbandonata definitivamente la professione medica, la carriera di Crichton si estende negli anni anche verso la regia, la sceneggiatura e la produzione cinematografica. L’autore raggiungerà la fama mondiale grazie ad una serie televisiva ispirata ad una sua raccolta di scritti del 1970, Five patients (Casi di emergenza): coprodotta da Steven Spielberg, E.R. – Medici in prima linea, diventerà un vero e proprio must degli anni a cavallo tra 1990 e 2000 (in Italia sarà trasmessa a partire dal 1995).
La fortunata serie di ER
L’enorme successo ottenuto, così potente da vantare numeri da record arrivando a ben 15 stagioni e 331 episodi senza cali di trama troppo evidenti, ha suscitato molto interesse e diversi dibattiti tra gli esperti del settore, alcuni dei quali ritengono la celebre serie TV ‘una vera e propria opera d’arte’. Una così straordinaria affermazione è sicuramente legata a molteplici fattori quali il susseguirsi di produttori e attori sempre ben collocati, la varietà di storie e dei ‘casi di emergenza’ (attingendo talvolta alla personale esperienza da medico), la caratterizzazione originale di tutti i personaggi, i racconti esterni alle mura dell’ospedale per captare ogni singolo angolino della psiche dei protagonisti. Ma forse il principale motivo del suo successo è l’assenza di un vero e proprio protagonista, perché E.R. è così, non c’è un protagonista ma al tempo stesso lo sono tutti, in accordo con lo spirito del grande autore che riteneva ogni persona importante in ogni luogo e tempo. Dirà lo stesso Crichton, a rafforzare tale concetto: «…non mi spiego che cosa impedisca alle persone di rendersi conto che chi è venuto prima di noi era almeno altrettanto intelligente, aveva altrettante buone intenzioni e possa aver fatto altrettanti errori dei nostri».
Parlando della produzione letteraria del Dott. Crichton, non possiamo non soffermarci sul più celebre dei suoi romanzi, dal quale è stato poi tratto l’omonimo film diretto dall’amico Steven Spielberg, Jurassic Park: originariamente uscito nel 1993, il film fu un clamoroso successo planetario, con oltre 900 milioni di dollari di incasso e la vincita di 3 Oscar (miglior Sonoro, miglior Montaggio Sonoro e migliori Effetti Speciali).
Pioniera dei progressi negli effetti visivi, la pellicola – sapiente miscela di verità scientificamente plausibili e dell’immaginazione senza confini di Crichton – ha raccontato una favola educativa sui possibili risultati di un sovvertimento dell’ordine naturale. «Questo è quello che succede quando l’uomo gioca a fare Dio» ha commentato Spielberg al termine delle riprese. L’opera di Crichton è stata considerata una favola ammonitrice sui pericoli associati alla manipolazione scientifica, tema ricorrente nelle sue opere. Molte di esse infatti, in particolare quelle più recenti, esplorano specifiche aree di innovazione scientifica o tecnologica analizzandone le possibili implicazioni e sviluppi: la biotecnologia genetica in Jurassic Park, la tecnologia aeronautica in Airframe, le aziende di software e hardware innovativo in Disclosures, le nanotecnologie in Prey, sempre supportate da rigore scientifico e talvolta accompagnate da riflessioni personali «il pianeta è sopravvissuto a tutto, nel corso del tempo. Sopravvivrà certamente anche a noi». In fondo, sebbene la sua scrittura venga tipicamente classificata come fantascientifica, le idee centrali hanno radici che vengono dal mondo scientifico, studiato da medico all’inizio, e successivamente approfondito nei vari altri settori (ad esempio, nello scrivere Jurassic Park, per avere una comprensione dal punto di vista paleontologico delle creature che descriveva, Crichton si è rivolto al paleontologo Jack Horner, professore alla Montana State University).
Aveva da poco iniziato a lavorare al quarto episodio della serie Jurassic Park, oltre ad aver in programma la scrittura della sceneggiatura del film Westword, quando l’eclettico scrittore, sceneggiatore, autore, regista e ‘medico’, muore improvvisamente il 4 novembre 2008, all’età di 66 anni. Questa volta la personale avventura appena iniziata nella lotta contro un tumore da poco diagnosticato, è durata un breve lasso di tempo e finita nel peggiore dei modi. Curioso, costantemente attivo, spesso in viaggio, sempre assetato di conoscenza e desideroso di nuove esperienze, il ‘dottor’ Crichton, attraverso i suoi appassionanti romanzi, scritti come ‘sceneggiature’ per i tempi e i luoghi precisi in cui si svolgono le azioni, ha probabilmente contribuito alla guarigione di molti suoi lettori, come avesse somministrato loro farmaci, al pari di tanti ‘altri’ medici famosi.
Non abbiamo tanto paura della malattia e della morte, quanto della noia, della sensazione di non saper che cosa fare del nostro tempo, della sensazione di non divertirci.
Jhon Micheal Crichton