Il dott. Louis Ferdinand Auguste Destouches (Céline)
Medici… per altro famosi
di Marco Semprini
«Tanto più grande è un uomo, tanto più si espone a essere ferito da tutti: la tranquillità è solo per i mediocri, la cui testa sparisce nella folla»
Ogni persona ha nella propria vita momenti che ne segnano l’esistenza, il percorso, la strada da intraprendere, momenti che in genere sono frutto di esperienza passata, insegnamenti, casualità o altro, ma che inevitabilmente succedono e tracciano poi la via da seguire. Tra questi ci può essere anche l’argomento della propria tesi di Laurea, come accadde al giovane studente di medicina Louis Destouche, che scelse di indagare la vita e l’opera di Ignác Semmelweis, arguto medico di metà dell’800 che per primo intuì l’origine della febbre puerperale. La scelta di indagare la vita e l’opera del grande medico austriaco, libero e inappartenente, indica inequivocabilmente quale sarà la strada che il giovane Louis percorrerà umanamente ed artisticamente. La passione per gli esclusi, il legame con i vinti, l’amore per coloro che hanno conosciuto la malvagità degli uomini, incarnano perfettamente nel dottor Semmelweis le caratteristiche dell’eroe descritto dal futuro medico e scrittore.
Louis Ferdinand Auguste Destouches nasce il 27 maggio del 1894 a Courbevoie, piccolo centro nei pressi di Parigi, da Ferdinand Destouches, uomo colto laureato in lettere ma modesto impiegato in una compagnia assicurativa, e Marguerite Louise Guillou, parigina e proprietaria di un negozio di merletti e porcellane. Il piccolo Louis trascorre l’intera infanzia a Parigi, al passage Choiseu: un periodo difficile sia per la mentalità piccolo borghese e conservatrice dell’ambiente in cui cresce, sia per il teso clima familiare, dovuto al complesso di frustrazione e di insicurezza sociale del padre che non riesce a uguagliare la grandezza del mestiere di famiglia, ovvero diventare professore ordinario di francese.
Se il rapporto col padre è certamente disfunzionale, il ragazzo ha invece un rapporto fortissimo con la nonna Céline (da cui trarrà lo pseudonimo per firmare le sue opere), donna forte ed energica, nella quale troverà conforto per gran parte della sua adolescenza. Dopo aver frequentato la scuola comunale dello square Louvois, si diploma alla scuola dello square d’Argenteuil e, a soli tredici anni, viene inviato dal padre all’estero: prima passa un biennio in Germania, e poi un anno in Inghilterra. Tornato in Francia supera gli esami della prima parte del baccalaureato (la licenza liceale in Francia si ottiene in due esami successivi). Dopo aver lavorato come garzone in diversi magazzini, a diciotto anni si arruola nell’esercito francese come volontario e viene aggregato a Rambouillet al 12eme Régiment de Cuirassiers. Attivo sul fronte della Prima guerra mondiale, combatte nelle Fiandre Occidentali come sergente e nel corso di una missione pericolosa, il 27 ottobre del 1914, viene ferito gravemente a un braccio e subisce una concussione alla testa. Dopo due operazioni eseguite nel tentativo di riparare i danni subiti dai timpani e una convalescenza a Parigi, viene riformato per invalidità al 75% e si vede assegnare una modesta pensione di guerra: prima di ottenere il congedo viene decorato con la Médaille militaire e con la Croce di guerra e finisce in copertina sull’Illustré National.
Trova lavoro all’ufficio visti del consolato generale francese a Londra. Qui frequenta gli ambienti del contrabbando ai quali in seguito si ispirerà per Guignol’s Band (1944) e sposa, senza conseguenze giuridiche, una barista di nome Suzanne Nebout. Nel 1916 Céline sottoscrive un accordo con la Compagnie Française Shanga Oubangui in virtù del quale si trasferisce in Camerun per curare una piantagione di cacao. Oltre all’attività commerciale inizia a praticare una medicina elementare, ma, colpito dalla malaria e dalla dissenteria amebica, che non l’abbandonerà più per tutta la vita, rimpatria dopo solo nove mesi. Promosso al secondo esame del baccalaureato a Bordeaux, nel 1918 comincia a Rennes i suoi studi di medicina e grazie alla fondazione Rockfeller fa un giro di conferenze in Bretagna. Nel 1919 sposa Edith Follet, figlia del Direttore della Scuola di Medicina di Rennes, e il 15 giugno dell’anno successivo nasce la sua prima figlia Colette. Nel 1924, come promesso al suocero, si laurea in Medicina e Chirurgia, discutendo la tesi sull’igienista Semmelweis, cui il dottor Destouches (segretamente) si ispirerà per tutta la sua vita professionale. Benché sia sicuro di poter succedere al suocero, Céline abbandona Rennes, la vita familiare, le promesse di una vita tranquilla e, grazie ancora una volta alla fondazione Rockfeller, entra nella Società delle Nazioni: l’impiego lo porterà prima a Ginevra, poi in Inghilterra, di nuovo in Africa e quindi in America, dove studierà medicina del lavoro trascorrendo un lungo periodo nelle fabbriche Ford. Viene a sapere, durante il suo peregrinare, che sua moglie ha divorziato da lui. Dopo un breve periodo passato in Canada e a Cuba torna in Francia nel 1928 e apre a Parigi, al primo piano della rue d’Alsace 36, uno studio medico. Contemporaneamente inizia la sua attività da scrittore e nel 1932, dopo 4 anni di lavoro, soprattutto notturno, termina la sua prima opera – Voyage au bout de la nuit (Viaggio al termine della notte) – che dedicherà alla ballerina americana Elisabeth Craig, con cui è in intima relazione. Una sua amica, Jeanne Carayon, manda il manoscritto all’editore Denoë1 che l’indomani decide di pubblicarlo: saranno necessarie ben quattro correzioni di bozze prima che la tipografia riesca a stampare fedelmente il linguaggio rivoluzionario di Céline. Uscito in novembre, Voyage au bout de la nuit, forse la sua opera più famosa, otterrà il premio Renaudot. L’anno successivo inizia Mort à credit e contemporaneamente compone una commedia, L’Eglise (La Chiesa), entrambi editi nel 1936. Gli anni a venire saranno caratterizzati da frequenti spostamenti legati al lavoro che porteranno Destouche a fare il medico di bordo, sulle ambulanze, fino a diventare Direttore dell’ambulatorio di Bezons.
Ma saranno anni fatti anche di una intensa produzione letteraria che vedrà la pubblicazione di Mea Culpa, un pamphlet anticomunista scritto al ritorno da un viaggio in Russia, Bagatelles pour un massacre (Bagattelle per un massacro) e soprattutto L’école des cadavres (La scuola dei cadaveri), opera che gli costerà una condanna per diffamazione. Nel 1943 sposa la ballerina Lucette Almanzor, con cui l’anno successivo lascerà Parigi. Conosce la prigione in Germania e, dopo diverse peripezie, arriva il 27 marzo del 1945 a Copenaghen, dove si nasconde fino alla partenza dei tedeschi. I1 25 dicembre viene arrestato e imprigionato in una cella di isolamento per quattordici mesi – «Dalla prigione ci esci vivo, dalla guerra no. Tutto il resto, sono parole» – Liberato il 24 giugno, vive dapprima in un granaio e poi in una capanna. Nel 1950 la Corte di Giustizia di Parigi lo condanna ad un anno di prigione, cinquantamila franchi di ammenda, all’indegnità nazionale e alla confisca dei beni. Il 26 aprile dell’anno successivo viene amnistiato e torna in Francia, trasferendosi a Meudon, nella periferia parigina. È il medico dei poveri (mentre sua moglie dà lezioni di danza) e riprende a scrivere in modo intenso pubblicando nel 1957 D’un château à l’autre (Da un castello all’altro), che attira nuovamente l’attenzione della critica, spesso negativa. Mentre continua la sua produzione letteraria, Céline muore improvvisamente il 1° luglio del 1961 a causa di una emorragia cerebrale, mentre sta terminando Rigodon. I parenti tengono nascosta la notizia della morte e tre giorni dopo Destouche è sepolto quasi clandestinamente al cimitero di Meudon.
Marchiato con l’infamante etichetta di scrittore maledetto, accusato di antisemitismo, nazismo, razzismo e collaborazionismo, il dottor Céline è stato autore di pagine indimenticabili e spietate. L’ostilità di cui fu oggetto si dichiarò molto tempo prima che lui avesse manifestato le sue opinioni su qualsiasi argomento politico: l’atteggiamento demistificatorio che appariva fin dai suoi primi libri ne fu forse la causa. L’intellighentia comprese subito che c’era uno che si era messo a stanare il potere: – «Penso come voglio, come posso… ad alta voce» – soleva dire. L’autore infatti denunciò gli orrori di Stalin in Mea Culpa e fu il primo a dire, in riferimento al massacro di Katyn, che erano stati i sovietici a sterminare i polacchi, una verità che gli costò l’infamante offesa da parte dei comunisti francesi di filo-nazismo. Nella realtà l’antisemitismo di Céline è un aspetto assai marginale rispetto alla sua opera, ed è riscontrabile in una sola invettiva: il supposto collaborazionismo non è mai esistito come dimostrano dei documenti ineccepibili usciti ultimamente e Destouches non invocò mai un pogrom e neanche le camere a gas, che non sapeva nemmeno esistessero. Lo scrittore peraltro ebbe molti amici e difensori ebrei, e ne salvò altrettanti dalla persecuzione nazista grazie a certificati falsi, ma questo aspetto non è stato mai messo in risalto da nessuno storico di rilievo, anche perché la persecuzione di Céline da parte degli intellettuali della gauche fece scomparire tutti i documenti, tornati alla luce solo recentemente. Maestro di stile e ‘medico dei poveri’, pacifista e sferzante fustigatore dell’uomo occidentale, autore di capolavori della letteratura mondiale e di quei pamphlet che gli valsero in vita l’emarginazione letteraria, il francese Louis Ferdinand Destouches Céline, è stato un medico sicuramente per tanto altro famoso.