Il Mercato delle Gaite
On the road
di Emanuele Chiapponi
Qui ed ora, tra XIII e XIV secolo
La liquidazione dell’IMU
La prima volta che ho sentito parlare di Bevagna, non fu propriamente una meraviglia. A quel tempo svolgevo il tirocinio come dottore commercialista, erano i primi di giugno e stavo calcolando l’IMU sugli immobili dei clienti del mio Dominus. Ad un certo punto, mi imbattei in un immobile appartenente ad un medico… una seconda casa in un paesino in provincia di Perugia. Ricordo ancora il codice catastale: A835. Non so perché, ma mi incuriosì. Pensai a uno di quei paeselli morti e sepolti dove nessuno comprerebbe mai una casa, e dove chi ne possiede una, è solo perché gliel’ha lasciata il nonno. Pensai ad una di quelle case che è più la scocciatura di andare ad aprire, ogni tanto, le finestre piene di ragnatele, che la gioia di andare a villeggiare qualche giorno. Non avrei mai potuto immaginare che, a distanza di qualche anno, a quel paesello mi sarei affezionato moltissimo, e per motivi diversi dall’Imposta Municipale Unica.
Bevagna
Bevagna è un comune di circa 5.000 abitanti in provincia di Perugia. Il nome deriva dal gentilizio etrusco Mefana – indizio di una presenza etrusca anteriore a quella degli Umbri – poi divenuto Mevania per i Romani.
Rimasto fuori dalle direttrici di sviluppo industriale della regione, il borgo ha conservato quasi intatto il suo assetto urbanistico medievale che ricalca in larga parte la pianta della città romana. Questa ‘purezza urbanistica’ ha permesso a questa cittadina umbra non solo di essere inserita tra i Borghi più belli d’Italia e tra le Bandiere Arancioni – marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano – ma anche di divenire luogo privilegiato per gli amanti della macchina da presa. Nel 1936 è stata set cinematografico per il film Musica in piazza di Mario Mattoli, e nel 1972 ha ospitato le riprese di alcune scene del film Fratello sole, sorella luna diretto da Franco Zeffirelli. Nel 2007 è stata girata a Bevagna la fiction tv di Rai Uno Don Matteo 6, e nel 2017 / 2018 la serie tv Sara e Marti #lanostrastoria.
Ma Bevagna non si ‘veste’ solamente per il cinema, anzi. Il vestito più bello che il piccolo borgo ha da indossare, l’espressione più stupefacente della sua meraviglia urbanistica è, senz’altro, il festival medievale di rievocazione storica più importante d’Italia che ogni anno, da oltre trent’anni, vi si svolge: Il Mercato delle Gaite.
Il Mercato delle Gaite
Il Mercato delle Gaite trae ispirazione dall’antica divisione di Bevagna in quattro quartieri denominati, appunto, ‘Gaite’. Su di essa si basava l’organizzazione amministrativa della città in epoca medievale. Lo scopo della manifestazione è quello di ricostruire, con la maggiore attinenza storica e dovizia di particolari, la vita quotidiana degli abitanti del borgo nel periodo compreso tra il 1250 e 1350. A tale scopo, fin dal 1983, un gruppo di studiosi esamina accuratamente lo Statuto cinquecentesco del Comune di Bevagna da cui sono tratte le informazioni necessarie alla ricostruzione storica della vita politica, amministrativa, economica e sociale.
Per dieci giorni, alla fine di giugno, Bevagna fa un tuffo in questo remoto passato: le antiche botteghe dei mestieri medievali riaprono i loro battenti e riprendono le attività, e le strade si popolano di bevanati che in abiti d’epoca vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavorando, giocando proprio come loro. È il trionfo del mercato e della taverna, della cartiera e dello scriptorium, del setaiolo e del canapaio, così come di tutta la colorata società che vi ruota attorno.
La capacità di ricreare e rendere avvincente lo spettacolo del lavoro e della vita quotidiana tra XIII e XIV secolo è la formula di successo che cattura e incanta i visitatori. I ‘quadri’ allestiti a Bevagna, per l’aderenza alla documentazione e la capacità di riprodurre tecniche, processi, ambienti e atmosfere della società medievale, hanno uno spessore insolito, che rende la festa unica nel suo genere, offrendo al pubblico la possibilità di immergersi in un grande racconto collettivo. Un’occasione allo stesso tempo di divertimento, di informazione e di educazione. Uno spettacolo come solo l’impegno di una collettività intera può produrre.
Ma se la manifestazione riesce ad offrire ogni anno rappresentazioni di sorprendente verosimiglianza e suggestione è anche perché, oltre ad essere concepita per affascinare il visitatore, resta pur sempre una competizione fra quattro agguerriti rioni, con la capacità di mobilitare le energie e l’entusiasmo di un popolo di appassionati che neppure le difficoltà dei nostri tempi hanno scoraggiato. Oggi come allora, la città si divide in quattro Gaite, e ognuna rivaleggia con le altre nel tentativo di dare un’interpretazione storicamente fedele del ruolo che rivestiva nel Medioevo. Lo spirito di competizione alla base dell’animata manifestazione si concretizza dunque nella partecipazione ad una serie di gare.
C’è la gara dei mestieri, dove ogni Gaita presenta due ricostruzioni di mestieri medievali che rappresentano tutta la filiera lavorativa dalla materia prima al prodotto finito, con tanto di animazioni sceniche che ne illustrano le varie fasi di lavorazione. C’è la gara gastronomica, che consiste invece nella presentazione di una seconda portata tratta da ricettari europei redatti tra il 1250 e il 1350. Il contesto in cui verrà servito e l’animazione scenica che lo contestualizzerà saranno direttamente legati al ceto sociale e all’occasione più indicata per il tipo di piatto scelto. E ancora, abbiamo la gara di tiro con l’arco, che vede tre arcieri per ogni Gaita sfidarsi nel rompere un piatto di coccio ad una distanza sorteggiata tra 13 e 18 metri. Le misure dei piatti sono 4: dal più grande al più piccolo, dal diametro di 9 cm. Ogni arciere ha a disposizione 11 frecce per rompere più piatti degli altri. Infine, c’è la più importante delle gare, quella che dona il nome alla Manifestazione: la gara del mercato, in cui ogni Gaita presenta uno spaccato di quartiere adibito a mercato di epoca medievale. Gli aspetti preponderanti da rappresentare saranno il commercio di beni e la fornitura di servizi, con particolare attenzione alle tecniche e agli strumenti utilizzati.
Con un complesso sistema a punti, assegnati da studiosi ed esperti nei diversi campi e chiamati a giudicare l’attinenza storica delle ricostruzioni, l’ultimo giorno della manifestazione si decreta il vincitore che riceve in dono il ‘Palio della Vittoria’. Il forte spirito di appartenenza alla propria Gaita rende le competizioni molto interessanti e stimola un continuo miglioramento delle proposte nei vari settori, con evidente vantaggio della qualità generale della festa.
Il Mercato delle Gaite è oggi annoverato tra le più importanti manifestazioni storiche dell’Umbria e fa parte dell’Associazione Regionale Manifestazioni Storiche. Anche quest’anno (2019, n.d.r.) – dal 20 al 30 giugno – le Gaite San Giovanni, San Giorgio, Santa Maria e San Pietro torneranno a sfidarsi per quel palio colorato che solo i più meritevoli potranno stringere. Il programma è molto ricco, e può essere consultato sul sito www.ilmercatodellegaite.it.
Che la contesa abbia inizio!