La rete delle Neurocardiologie: Tito Piccioni
Farmacologia clinica e
Network Ospedale – Territorio
La nutraceutica nella prevenzione dell’ictus celebrale e nelle malattie dell’invecchiamento
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Il termine ‘caffè’ sembra derivare il suo nome o dall’arabo QAHWA, bevanda eccitante, oppure da KAFFA, regione dell’Etiopia dove cresce spontaneamente. Utilizzato come farmaco già nell’anno 1000 da Avicenna, si diffuse poi nello Yemen e nella penisola araba fino ad arrivare in Turchia, dove nella prima metà del Cinquecento vennero alla luce le prime case del caffè (Kahwe Khaneh), dove il ‘vino dell’Islam’ rappresentava un ottimo sostituto agli alcoolici vietati dalla religione islamica.
L’anima della medicina come dedizione al sollievo delle sofferenze non solo fisiche ha resistito per millenni, ma oggi vive una sorta di deriva culturale e antropologica profonda a partire dalla vocazione storica del medico.
La scienza medica si è enormemente sviluppata negli ultimi decenni divenendo una forma di arte esperienziale fortemente specializzata, tecnologica e manageriale in continua evoluzione.
La Rete delle Neurocardiologie (RNC) è costituita da gruppi di collaborazione specialistica in ambito neurovascolare e cardio-aritmologico nelle strutture sanitarie italiane che sono sede di Stroke Unit abilitate alla cura riperfusiva dell’ictus cerebrale. La RNC è un progetto ad elevata complessità e di forte impatto sociale in quanto mette in comunicazione le strutture sanitarie diffuse sull’intero territorio nazionale che devono rispondere del diritto della persona colpita da Ictus a ricevere la migliore cura per questa malattia.
Nel 1836 il venticinquenne Charles Dickens pubblicò in fascicoli il suo primo romanzo, The posthumous papers of the Pickwick club, a noi noto, come Il Circolo Pickwick, che narra dei viaggi dell’ingenuo Samuel Pickwick e dei suoi eccentrici amici i quali, tra ironia e parodia, affrontano imbrogli ed intrighi in un affresco sociale dell’Inghilterra ottocentesca.
Il Covid-19 fa ancora paura, le sue mutazioni cambiano di nuovo le nostre ritrovate abitudini e successivamente a fasi di miglioramento si riaffacciano timori di un contagio incontrollato minando fragili certezze. Ma più il Covid-19 fa il suo corso pandemico e maggiormente presenta il suo conto. Una lista ampliata da condizioni sanitarie allo stremo che aggravano le patologie più “importanti” ed i loro effetti su una popolazione disorientata e su una classe medica frastornata da continui terremoti statistici e normativi che rimescolano sempre le carte.
Tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX, principalmente negli Stati Uniti, erano in voga i freak show, quegli spettacoli in cui si esibivano i cosiddetti ‘fenomeni da baraccone’, uomini e donne caratterizzati solitamente da un aspetto abnorme o inconsueto, come l’altezza eccessiva o la presenza di rare malformazioni fisiche tali da strabiliare gli spettatori durante le fiere.