Natale e Capodanno in cartolina
Cartoline dal passato
di Tertulliano Bonamoneta e Stefania Ronci
Se è vero, come è vero, che nelle cartoline si può ritrovare la storia dei sentimenti e delle tradizioni del passato, ancor di più le cartoline natalizie testimoniano la necessità sempre viva di aprirsi a manifestazioni di semplicità e di calorosa fratellanza.
L’uso della cartolina per scambiarsi i tradizionali auguri natalizi ha origini lontane. L’invenzione della prima cartolina di Natale viene fatta risalire ad un biglietto di auguri stampato nel dicembre 1843 da John Callcott Horsley (1817-1903). Nel periodo natalizio, Sir Henry Cole, primo direttore del Victoria and Albert Museum di Londra, scriveva a mano i biglietti di auguri alla propria famiglia, agli amici e ai conoscenti. Questo lavoro gli portava via molto tempo, quindi un giorno decise di chiedere ad un amico, John Calcott Horsley appunto, di produrre per lui un biglietto di Natale con un unico messaggio che potesse essere duplicato e inviato a tutte le persone della sua agenda. John Calcott Horsley, ha litografato e colorato a mano 1.000 copie di questa “prima cartolina di Natale commerciale”, di cui ad oggi sono ne sono rimaste solo 12 esemplari.
Nella seconda metà del XIX secolo, con l’avvento dell’industrializzazione, si iniziarono a produrre cartoline natalizie sempre più economiche, fatto che contribuì rapidamente alla diffusione dell’usanza.
Pare, tra l’altro, che l’usanza di spedire cartoline d’auguri a Natale cominciò a diffondersi al punto tale che si registrarono persino delle lamentele riguardo alla loro consegna da parte delle Poste.
Quel che si nota nelle prime cartoline è la quasi totale assenza di riferimenti ad immagini sacre e religiose. Le cartoline, infatti, prediligevano immagini sentimentali di bambini ed animali, fiori e fate. Non mancavano inoltre immagini ironiche, allegoriche o anche solo considerate divertenti.
A partire dagli anni ’30, si raggiunse un nuovo equilibrio. Iniziarono a cambiare anche i soggetti, introducendo figure stagionali, come Babbo Natale, cervi, camosci o agrifogli.
Nel corso del XIX secolo la produzione di cartoline a tema natalizio divenne un vero e proprio business per molte aziende manifatturiere che, evolvendo continuamente le proprie immagini, rispondevano alle nuove mode ed ai nuovi gusti dei consumatori, nonché alle nuove tecniche di stampa.
Non è difficile immaginare quanto le cartoline natalizie possano aver avuto, nel loro piccolo, un’importanza politica nei rapporti tra le istituzioni.
Già negli ’40 del 1800 la Regina Vittoria inviava cartoline ufficiali di auguri natalizi agli altri regnanti europei, dando il via ad una tradizione ancora oggi portata avanti e rispettata con dedizione.
Nei decenni più recenti purtroppo si è assistito ad un declino della circolazione di queste stampe a causa della tecnologia che, ovviamente, mette a disposizione mezzi più veloci e dinamici per scambiarsi gli auguri.
Nonostante tutto, però, si contano ogni anno ancora 700 milioni di cartoline e biglietti natalizi in circolazione.
L’interesse degli estimatori e dei collezionisti è sempre stato molto alto, tanto che nel corso di un’asta a Devizes, nella contea inglese del Wiltshire, una cartolina originale realizzata nel 1843 da John Callcott Horsley è stata venduta all’importante cifra di 12.000 sterline.
In oltre trent’anni di ricerche, Tertulliano Bonamoneta, assieme alla sua compagna di viaggio di vita Stefania, ha raccolto oltre 500 cartoline natalizie, una selezione delle quali ci è stato concesso pubblicare in questa edizione della rivista.
Sono cartoline che raccontano le storie di persone e famiglie che hanno attraversato periodi difficili, come le due guerre mondiali.
Sono uno spaccato attualissimo di come si sono succeduti, nel tempo, i diversi stili artistici e le mode.
A tenere insieme tutte queste vite illustrate e raccontante, si ritrovano sempre le parole augurali di fiducia e di speranza in un futuro migliore: