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Editoriale rivista n.2
di Stefano Strano
Quando pensai per la prima volta a SPELS fu per una mia riflessione sulla vita e comunque tu voglia viverla devi farlo con curiosità e spirito di servizio. Essendo un medico, tutta la mia curiosità e la mia disponibilità al servizio erano ovviamente orientate al miglioramento della salute delle persone. Per raggiungere questo intento negli anni che salutavano l’avvento del terzo millennio, gli anni in cui gli utilizzatori della rete internet crescevano in misura esponenziale, comunicare e condividere sembravano le azioni migliori su cui investire tempo e speranze. Azioni peraltro necessarie alla salute, basti pensare alla prevenzione ed alla diagnosi precoce delle malattie cardio e cerebrovascolari. Non è sufficiente informare ma occorre rendere le persone consapevoli del loro rischio individuale. Ad esempio, un disturbo del ritmo cardiaco, come la Fibrillazione Atriale, può aumentare il rischio di eventi trombo-embolici e quindi causare l’Ictus Cerebrale ma occorre che tutti gli attori della sanità, dal medico al cittadino/paziente, sappiano comunicare tra loro per individuare le persone con questo tipo di aritmia o che hanno maggiori probabilità di incorrere in un evento ictale per il loro indice di rischio aterotrombotico. Occorre, inoltre, rendere consapevoli le persone dei sintomi di allarme dell’Ictus perché, così come è avvenuto per l’infarto miocardico, nel più breve tempo possibile dall’esordio dei sintomi il malato deve ottenere un adeguato trattamento riperfusivo e le cure di un centro specializzato (l’Unità di Trattamento Neurovascolare o Stroke Unit). Così, dietro questa idea di costruire una rete, un modello di cooperazione, tra ospedale e territorio che potesse intercettare i problemi emergenti della salute cardiovascolare dei cittadini, non fu difficile trovare chi volle collaborare, proprio nell’anno 2001, ad aprire la strada ad un nuovo modo di fare prevenzione non solo informando ma mettendo il cittadino e i pazienti al centro di una rete di servizi basati sulla cooperazione multidisciplinare tra specialisti, principalmente neurologi e cardiologi, e le loro rispettive istituzioni pubbliche di affiliazione. Università e grandi Ospedali, luoghi di cultura e di cura, luoghi dove la scienza medica fa le sue scoperte, la tecnologia innova le modalità di intervento e la formazione modifica i comportamenti del medico. Luoghi dove le scelte e i risultati si condividono e le prescrizioni di terapie ed esami diagnostici diventano percorsi pratici per la gestione dello specifico problema clinico del paziente. Così l’associazione fu dapprima denominata “Servizi PEr La Salute – ONLUS”. Tra i primi fummo a credere che la Medicina di Famiglia fosse una specializzazione di ambito generalistico come la Medicina Interna o la Medicina di Emergenza e Urgenza e che il Medico di Medicina Generale dovesse avere un suo ruolo nella continuità assistenziale al paziente post-ictale così come oggi, con l’introduzione degli Anticoagulanti Orali Diretti, partecipa ad ottimizzare le strategie di prevenzione secondaria, collaborando ad identificare una Fibrillazione Atriale di nuova diagnosi come possibile causa di recidiva ictale anche nei pazienti con un precedente Ictus ischemico non cardioembolico. E tra i primi fummo a sperimentare un nuovo modo di fare formazione, basata sul confronto multidisciplinare, la soluzione di problemi secondo le evidenze in medicina e la produzione finale di un consenso espresso da percorsi pratici di gestione dei diversi problemi clinici. Per anni noi di SPELS, oggi diventato l’acronimo della nuova denominazione dell’associazione “Scienza della Prevenzione e dell’Educazione aLla Salute del cuore” che ne rivela il suo carattere culturale, nei nostri rispettivi ambiti professionali ed istituzionali, abbiamo partecipato alla stesura di linee guida ed alla costruzione e diffusione di percorsi diagnostico-terapeutici, siamo stati promotori di progetti e studi scientifici multicentrici italiani a partecipazione multi-societaria ed ogni qual volta l’idea e l’impegno su base volontaria rispettivamente nascevano ed erano sostenuti da SPELS, abbiamo concesso gratuitamente il nostro logo diversificandone il colore per connotare il singolo progetto …una sorta di “powered by SPELS”.
Così, dal primo convegno del 2001 intitolato “Il trasferimento sul territorio della pratica medica basata sulle evidenze: diffusione delle Linee Guida Italiane sulla prevenzione dell’Ictus Cerebrale”, siamo giunti alla serie di iniziative sostenute dal progetto della “Rete delle NeuroCardiologie” contraddistinte dalla foglia rossoblù. La Rete delle Neurocardiologie (RNC) è costituita da gruppi di collaborazione specialistica in ambito neurovascolare e cardio-aritmologico nelle strutture sanitarie italiane che sono sede di Stroke Unit abilitate alla cura riperfusiva dell’ictus cerebrale. La RNC è un progetto ad elevata complessità e di forte impatto sociale in quanto mette in comunicazione le strutture sanitarie diffuse sull’intero territorio nazionale che devono rispondere del diritto della persona colpita da Ictus a ricevere la migliore cura per questa malattia. L’organizzazione in rete velocizza e facilita l’implementazione delle nuove evidenze scientifiche sulla diagnosi e la cura dell’Ictus nella pratica clinica dei centri afferenti alla RNC. La rete delle neurocardiologie oltre a garantire un’adeguata formazione dei medici specialisti, rappresenta un modello di cooperazione per la realizzazione di studi clinici/epidemiologici multicentrici nazionali, di progetti di formazione in ambito locale e per macro-aree e di condivisione di nuovi percorsi clinici pratici di diagnosi e cura da implementare e trasferire al Servizio Sanitario Nazionale. In questo ambito si inseriscono gli obiettivi formativi del Congresso Nazionale della Rete delle Neurocardiologie, annuale appuntamento con i cardiologi ed i neurologi che svolgono la loro attività nei diversi centri italiani, curato dall’Area “Neuroaritmologia e Neurocardiologia” dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC) con il patrocinio dell’Italian Stroke Organization (ISO).
Oggi, con questo editoriale, vorrei dare infine l’annuncio di una nuova iniziativa del progetto “Academy” (foglia dello stesso colore del logo associativo verdeblù) dedicato alla formazione curriculare dei medici neolaureati: la pubblicazione della tesi di laurea in lingua inglese, opportunamente ridotta secondo le nostre norme per gli autori che ricalcano gli standard dei maggiori periodici scientifici per gli “invited paper” (review ed original research). L’obiettivo sarà quello di seguire questi giovani medici nella loro crescita professionale e trovare i fondi per sostenere progetti o stages per coloro che intraprenderanno una carriera scientifica nelle istituzioni italiane.