Quando contare le pecore non basta
Omeopatia
di Giovanna Rizzitiello
Nove milioni di italiani soffrono d’insonnia cronica, ed oltre il 45% di insonnia acuta o transitoria. Secondo un sondaggio condotto da Eurodap (Associazione europea disturbi ed attacchi di panico) sette italiani su dieci manifestano disturbi del sonno, quattro su dieci hanno difficoltà ad addormentarsi, tre su dieci hanno diversi risvegli durante la notte e due su dieci si svegliano sempre molto prima della sveglia.
Il sonno impegna il 25% della nostra esistenza, costituendo – quale distacco reversibile e periodico dallo stato di coscienza – una necessità biologica indispensabile per la vita. Esso è un processo circadiano, legato al ritmo giorno / notte, capace di autoregolarsi, ed ultradiano, che può comparire più volte nell’arco delle ventiquattrore.
Il pacemaker circadiano è localizzato nel nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo anteriore, influenzato dal ciclo luce-buio, da fattori interni, dalla temperatura e dagli ormoni. Le sostanze chimiche che influenzano il sonno sono vari neurotrasmettitori, tra cui adenosina, serotonina, prostaglandine, dopamina, peptidi intestinali vasoattivi.
Il ruolo centrale, nel definire il ritmo sonno / veglia, spetta all’ipofisi, mediante la sintesi della melatonina. Questa, prodotta e rilasciata durante la notte, modula l’attività metabolica del sonno; la dopamina, invece, compare durante la fine della note per dare la sveglia al cervello.
Fin dall’antichità il Tiglio (Tilia Vulgaris) è noto per i suoi effetti benefici sul sonno, per combattere stress e agitazione. Nel 1709 il decotto di legno di tiglio veniva utilizzato per gli idropici (malati affetti da insufficienza cardiaca). Durante la seconda guerra mondiale le foglie secche venivano setacciate in farina – da un chilogrammo di foglie si ottenevano 300 grammi di farina – e la farina veniva utilizzata per l’apporto di proteine. Risulta ricco di flavonoidi, canferolo, quercetina, acido caffeico, olio essenziale a base di farnesolo e tannini. Un infuso di Tilia Vulgaris – preparato mettendo un cucchiaio di fiori secchi per tazza – risulta un ottimo rimedio per l’insonnia.
Coffea Cruda non è altro che il seme della pianta del caffè – la Coffea Arabica – arbusto della famiglia delle Rubaceae. Secondo il principio omeopatico della similitudine, la Coffea Cruda è indicata nell’insonnia causata da forti emozioni.
La Valeriana Officinalis è una pianta perenne che si trova in tutta l’Europa e in parte dell’Asia. Gli estratti preparati con etanolo vengono usati per alleviare tensioni nervose e i disturbi del sonno da oltre trent’anni. I componenti delle radici agiscono infatti a livello di diversi recettori presenti nel cervello.
La Melissa Officinalis appartiene alla famiglia delle Labiateae ed è una pianta erbacea perenne. Essa è ricca di acidi polifenolici (acido rosmarinico, caffeico, clorogenico), flavonoidi, triterpeni, olii essenziali. La sua somministrazione è prevista come coadiuvante e curativa in associazione ai farmaci allopatici per la sua attività sedativa.
Durante l’insonnia mi ripeto, a mo’ di consolazione,
che quelle ore di cui prendo coscienza le strappo al nulla,
che se dormissi non mi sarebbero mai appartenute, anzi non sarebbero mai esistite
Emil Mihai Cioran
Filosofo, scrittore e saggista rumeno