Questioni di “coscienza”
Editoriale rivista n. 4
di Stefano Strano
Ho apprezzato molto, nello scorso numero di SPELS ACADEMY, l’articolo di Andrea Marcheselli sul ‘Sommo deliquio’ di Dante Alighieri che faceva riferimento al suo espediente poetico per uscire di scena o sospendere il giudizio. Ma un Dantista potrebbe trovare molto altro sul significato delle ‘cadute’ del sommo poeta, così come noi medici cardiologi avremmo raccolto la sfida diagnostica sulle possibili origini delle sue ‘sincopi’ per proporgli un rimedio efficace.
Tra l’ampio spettro di pazienti affetti da sincope riflessa, io avrei inquadrato Dante Alighieri tra quelli con frequenti recidive, con brevi o senza prodromi (a rischio di lesioni traumatiche) e grave compromissione della loro qualità di vita. Dopo un’attenta valutazione clinica, per escludere la presenza di una cardiopatia strutturale, ed un Tilt Test, per provare a riprodurre un riflesso vasovagale ed individuarne il tipo di risposta emodinamica (vasodepressiva, cardioinibitoria o mista), avrei infine optato per l’impianto di un registratore impiantabile di aritmie cardiache (loop recorder) che costituisce la base per un’accurata selezione dei pazienti candidati a trattamenti specifici come l’impianto di un Pace-Maker. Il pacing cardiaco è efficace in un sottogruppo di pazienti senza cardiopatia strutturale e evidenza di documentati eventi asistolici spontanei o indotti durante tilting o massaggio seno-carotideo. I pazienti che beneficiano maggiormente di un pacemaker sono quelli con blocco atrio-ventricolare parossistico idiopatico o pause asistoliche spontanee (spesso identificabili nelle sincopi a ‘bassa adenosina’), e quelli con una cardioinibizione documentata al Loop Recorder ma Tilt Test negativo, nel contesto di una sincope riflessa neuromediata ‘atipica’. In altri casi la stimolazione cardiaca della sincope riflessa ha efficacia solo parziale poiché la sincope cardioinibitoria ‘pura’ può ripresentarsi in una minoranza di casi. In tali circostanze, la sospensione o la riduzione posologica di eventuali farmaci antipertensivi concomitanti (particolarmente nei pazienti anziani) e un programma di ‘addestramento’ alle manovre di contropressione isometrica (principalmente nei pazienti più giovani) sono i trattamenti associati più utili.
La ‘sincope’ del sommo poeta Dante era tuttavia lo spunto per ricordarvi che l’1 ed il 2 febbraio 2018 si svolgerà a Roma il prossimo congresso della Rete delle Neurocardiologie ed invitarvi a partecipare. La Rete delle Neurocardiologie (RNC) è costituita da gruppi di collaborazione specialistica in ambito neurovascolare e cardio-aritmologico nelle strutture sanitarie italiane che sono sede di Stroke Unit abilitate alla cura riperfusiva dell’ictus cerebrale. Il Congresso Nazionale della Rete delle Neurocardiologie è l’annuale appuntamento con i cardiologi ed i neurologi che svolgono la loro attività nei diversi centri italiani. La partecipazione al congresso è aperta anche agli specialisti che operano sul territorio ed ai Medici di Famiglia. Come di consueto, il congresso della RNC apre i suoi orizzonti anche agli altri argomenti di neurocardiologia e neuroaritmologia connessi alle malattie neurodegenerative, all’epilessia ed alla diagnostica e terapia delle sincopi e della disautonomia cardiovascolare.
Non posso promettervi che nella sessione dedicata alla sincope parleremo di Dante e della Divina Commedia, ma senz’altro torneremo a casa con le idee più chiare sulla gestione di chi come lui, ogni tanto, cade inspiegabilmente a terra.
Per iscrizioni e programma del congresso:
web.aimgroupinternational.com/2018/reteneurocardio/