Tabacco e Venere
di Andrea Marcheselli
Che Botticelli fosse un burlone e facesse spesso ricorso a simbologie, non è una novità. Ma una particolare beffa o forse un messaggio di sfrenata sensualità potrebbe averlo nascosto in uno dei suoi dipinti più suggestivi, quello raffigurante Venere e Marte (1482-1483) e conservato nella National Gallery di Londra. Il dipinto, commissionato dai Vespucci, come attestano le vespe poste nell’angolo in alto a destra, rappresenta le due divinità contrapposte, circondate da sorridenti satiri che tentano di disturbare il sonno del dio. Uno di essi, disteso sul prato sotto il braccio di Marte, ha accanto a lui, secondo una recente teoria, una pianta a foglie larghe, lo stramonio. Il Datura Stramonium, contenente una potente sostanza psicotropa, già nota agli antichi greci, era l’ingrediente preferito nei sabba delle streghe, che provocava visioni e comportamenti orgiastici, come strapparsi le vesti di dosso e per questo considerato un potente afrodisiaco. Al di là di questo dettaglio ‘allucinante’ la scena potrebbe essere un’allegoria del matrimonio, in cui Marte, addormentato dopo l’amplesso, non è risvegliabile neanche dallo squillo di una tromba, mentre Venere, dea dell’amore, osserva vittoriosa il dio della guerra.
Nel dipartimento di ricerca e sviluppo della Pfizer, nel Massachusetts, dove si sperimentava un nuovo inibitore delle fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5) per la cura della angina pectoris, una attenta infermiera segnalò a John La Mattina, responsabile della sperimentazione, che i pazienti in trattamento si presentavano alla visita di controllo, mettendosi con evidente imbarazzo a pancia sotto, probabilmente per inaspettate erezioni! Il ricercatore comprese ben presto che i vasi sanguigni dilatati non erano quelli coronarici come atteso, ma che il Sildenafil stava sì funzionando, ma in un altro distretto vascolare. Era nata così la pillola blu contro l’impotenza ed il cui utilizzo fu approvato dalla Food and Drug Administration nel marzo del 1998, iniziando quel giro d’affari colossale per il quale si stima che in questi 20 anni, circa 62 milioni di uomini la abbiano acquistata.
Le interazioni indotte da nuovi farmaci dopo la loro commercializzazione, rendono la casualità della scoperta non cosi rara in medicina, poiché, aumentando il campione di pazienti che le utilizza, aumentano gli effetti collaterali inaspettati e talora sorprendenti (ad esempio il farmaco per la cura della prostata che determina aumento della crescita dei capelli).
Val la pena ricordare come nella storia, l’uomo abbia sempre cercato di conservare e potenziare la propria libido ricorrendo ai cosiddetti afrodisiaci: cibi, erbe, piante, filtri, misture e pozioni. Anche se, data la forte componente psicologica nella funzione sessuale, tali rimedi – quando non si rivelavano dannosi – potevano risultare ingannevolmente efficaci grazie all’effetto placebo. Afrodisiaco poteva essere considerato un cibo dalle effettive proprietà vasodilatatorie, oppure un frutto o un ortaggio la cui forma richiamasse gli organi genitali maschili o femminili, oppure semplicemente di un ingrediente circondato da un’aura di misteriosa rarità, buono per scatenare la fantasia e l’autosuggestione. Afrodite, la Venere romana, dea dell’amore, della bellezza e della sessualità, era nata secondo la mitologia greca dalla spuma del mare fecondata dai testicoli di Urano scagliati in mare da suo figlio Cronos. Per questo dai Greci in poi, tutti i cibi di provenienza marina sono stati considerati favorevoli ad una buona performance erotica: pesci, tra cui lo storione ed il suo caviale, frutti di mare, crostacei e soprattutto le ostriche.
Sorprendentemente oltre le credenze, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism un plateau royal di frutti di mare più di 2 volte a settimana, sembrerebbe realmente afrodisiaco, aumentando di circa il 10% l’effetto-fertilità, collegata non solo all’attività intima più intensa ma anche alla presenza di altri fattori biologici.
Gli antichi romani si affidavano ad intrugli spesso tossici – se non addirittura letali, per non dire dell’orrore – di sangue umano, ritenuto energizzante ed in particolare quello dei gladiatori, raccolto e venduto come afrodisiaco, dopo i combattimenti. Svetonio tramanda come l’imperatore Caligola, da uomo savio e morigerato, si fosse trasformato in un folle proprio per l’uso di misteriose pozioni. Il fenomeno assunse proporzioni tali, da indure l’imperatore Vespasiano ad emanare un decreto che condannava a morte chi fosse stato colto a preparare o distribuire tali misture.
Al degrado morale della decadenza dell’Impero Romano si sostituì, con l’avvento del Cristianesimo, una nuova moralità che confinava la sessualità nel privato ed alla stregua di un atto vergognoso. Le ricette degli afrodisiaci venivano tenute nascoste, mentre al contrario si stabilivano quali fossero gli alimenti più casti del buon cristiano. Per sopire gli istinti di nobildonne e uomini di chiesa, si consigliava l’uso dell’Agnocasto, pianta officinale dotata di poteri sedativi, detta anche ‘pepe dei monaci’ per i suoi semi rotondi e neri, coltivato negli orti dei conventi. Nell’etimologia stessa è insita la sua finalità di anafrodisiaco, tanto che già Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia descriveva come i semi venissero sparsi sui letti delle donne ateniesi per garantire la loro fedeltà ai mariti partiti in guerra. Nel Rinascimento, vi fu una prima presa di coscienza da parte dei medici – e non solo – circa il fatto che il potere di questi rimedi fosse in gran parte di natura psicologica. Ne è un esempio la commedia ‘La Mandragola’ di Machiavelli dove, lo sciocco Messer Nicia, nel desiderio di avere un erede dalla giovane moglie, accetta di essere cornificato dando retta alle ingannevoli prescrizioni del giovane Callimaco che, travestito da medico, gli consiglia proprio la radice di mandragola che secondo una macabra superstizione era una pianta che cresceva dalle secrezioni rilasciate dagli impiccati.
Il desiderio del maschio ad ottenere una valida e duratura prestazione superò anche la razionalità del periodo illuminista, attribuendo a carni rosse e selvaggina cucinate con salse piccanti ed ai cibi provenienti dalle Americhe come pomodori, patate e cioccolato, poteri afrodisiaci.
Più tardi fu la polvere di cantaridina, ricavata dalle elitre di un insetto, la Lytta vescicatoria, a divenire il prodotto più ricercato, benché provocasse irritazione delle vie urinarie e dei genitali e potesse essere letale in dosi eccessive. Dal secondo dopoguerra in poi, la diffusione delle droghe ha soppiantato gli antichi rimedi magici ed i cibi ritenuti, a torto o a ragione, stimolanti. Il loro effetto oltre a creare assuefazione e ad essere devastante per l’organismo comporta da un lato la perdita dei freni inibitori ma, di contro trattandosi spesso di principi vasocostrittori, di inibire l’erezione. Così come l’alcool, che determina disinibizione, ma che deprime il sistema nervoso centrale con effetti negativi sui centri nervosi che regolano i meccanismi erettili.
La disfunzione erettile negli anni recenti è stata riconosciuta come marker della vasculopatia arteriosa, divenendo una spia precocissima della malattia aterosclerotica. Questo disturbo infatti, dapprima competenza elettiva di andrologi ed urologi, è divenuto proprio per la sua peculiarità fisiopatologica, di estremo interesse cardiocircolatorio. La aterosclerosi è il denominatore comune delle patologie vascolari nei diversi distretti del corpo (cervello, cuore, retina, reni) e quindi tra le principali cause dell’impotenza erigendi c’è la aterosclerosi delle piccole arterie peniene. Spesso in uomini ultracinquantenni diabetici e/o con inveterata abitudine tabagica, proprio questa disfunzione può rappresentare il primo segno del disturbo circolatorio anche in soggetti asintomatici.
Pertanto indagini a basso costo come la misura dello spessore medio-intimale nella valutazione ecocolordoppler delle arterie carotidee ed un test ergometrico per l’accertamento dell’ischemia miocardica da sforzo, possono individuare precocemente disturbi cardiocircolatori e riconoscere forme silenti di sofferenza miocardica. Nella microangiopatia diabetica provocata dalla iperglicemia, si riduce la capacità dell’endotelio di produrre nitrossido (NO), compromettendo così l’efficienza intrinseca del vaso di dilatarsi. Tale fenomeno è ulteriormente aggravato dal fumo di sigaretta, avendo scoperto che i valori di emoglobina glicata sono più elevati proporzionalmente ai livelli di nicotina. Tutti i farmaci denominati inibitori delle fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5), tra cui oltre al precursore troviamo il Vardenafil, il Tadalafil e l’Avanafil, che hanno emivite diverse e quindi durate diverse, vengono somministrati per via orale e sono in grado di apportare miglioramenti nella vita sessuale dei pazienti, tramite il potenziamento dell’ossido nitrico (NO) principale vasodilatatore dei corpi cavernosi.
Questi farmaci però non agiscono se non in presenza di desiderio ed eccitazione, poiché l’erezione maschile è l’unica manifestazione del corpo umano che, da sola, non dipende dalla volontarietà ed al tempo stesso non è una funzione spontanea come la digestione o la respirazione, ed è quindi legata alla più vitale fra le pulsioni umane, la libido.
Il disgusto ed il compatimento dinanzi al millenario affanno degli uomini disposti ad assumere improbabili e pericolose pozioni pur di mantenere e prolungare la propria attività sessuale, trova oggi nella moderna ricerca il suo epilogo. La disponibilità di farmaci sperimentati e validati, con diverse possibilità di durata e rapidità di effetto, pongono l’uomo moderno in una condizione di vantaggio per la fruibilità di un vero ausilio ma al contempo lo rende, irresponsabilmente, meno attento al controllo di quei fattori di rischio come diabete e fumo, certamente corresponsabili della disfunzione erettile e/o dell’impotenza. Infatti, il problema risolto nel circolo penieno può presentarsi con maggior gravità o fatalità, laddove la malattia aterosclerotica abbia aggredito distretti vascolari vitali come cuore e cervello.
Seppure nel mondo vengano vendute 4 compresse blu ogni ora e siano state circa 300.000 le prescrizioni mediche, la ricetta del più potente afrodisiaco della storia non è stata mai scritta. Le parole dette, urlate o sussurrate, in versi o in musica, che hanno generato infinità di sentimenti ed attrazioni, le parole che hanno suscitato e nutrito il desiderio in miliardi di unioni, aiutando uomini e donne ad abitare l’uno nell’immaginario dell’altro, confermano che la sessualità è un mistero ben più grande di un atto meccanico.
Ho smesso di fumare. Vivrò una settimana di più
e in quella settimana pioverà a dirotto.
Woody Allen