Il castello Massimo di Arsoli
di Roberto Giagnoli
Il Castello Massimo si erge a strapiombo verso Arsoli, sopra il Fosso Bagnatore, mentre, verso nord, si affaccia sul giardino e sul “campo”, sicuramente a suo tempo destinato a piazza d’armi.
Il nucleo originario risale alla fine dell’XI secolo, ma venne acquistato da Fabrizio Massimo, con un atto stipulato con la famiglia Zambeccari, il 30 ottobre del 1574, su consiglio di San Filippo Neri.
Gli affreschi del Salone furono dipinti, nel 1749, da Marco Benefial, pittore molto celebre nella capitale. Una finta iscrizione marmorea, inserita in un sovrapporta, illustrale scene rappresentate: in quella grande, al centro della volta è rappresentato il Matrimonio tra Perseo e Andromeda, allegoria del matrimonio tra il marchese Filippo Massimo e Isabella Fiammetta Soderini, celebrato nel 1715, è incorniciata da una fascia dorata, sorretta da figure sedute a fianco di medaglioni con le allegorie dei quattro continenti allora conosciuti (Asia, Africa, Europa, America).
Sulle pareti lunghe si aprono tre paesaggi; il più ampio, con la veduta di Arsoli, riconoscibile dal castello che domina l’abitato. La Sala del Trono, dove il Signore riceveva e amministrava la giustizia e il feudo, ha le pareti affrescate con le Fatiche di Ercole, eseguite da Giovanni Antonio Macci nel 1700, mentre gli affreschi della volta, datati 1557, attribuiti a Federico e Taddeo Zuccari, raffigurano gruppi di suonatrici e danzatrici e scene di guerra.
Affascinante è la nuova Armeria, realizzata nel 1885.
Conserva armi, speroni e bardature per cavalli, marchi dei laterizi realizzati nella “Pileria”, quadri ritraenti gli ultimi signori, tra cui Maria Gabriella Savoia Carignano, donna Eleonora Brancaccio e don Francesco Massimo.
Dalla nuova Armeria si giunge alla Cappella gentilizia dedicata a San Filippo Neri. Attigue alla Cappella sono le stanze di San Filippo, nelle quali il santo, secondo la tradizione popolare, avrebbe soggiornato.
Prezioso il giardino prensile, con la bella fontana al centro, varietà di fiori e piante di agrumi. Da qui, si ammira il “campo” e un giardino all’italiana con la statua di Roma sedente, pregevole reperto archeologico romano.